Spesometro 2013, gli errori da non commettere sul modello delle Entrate

Redazione 06/11/13
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La prima scadenza del 12 novembre è ormai alle porte e la proroga di cui tanto si parla, sembra che alla fine non ci sarà. Il silenzio dell’Agenzia delle Entrate in merito lascia aperte le possibilità anche per un rinvio in extremis, ma le aziende stanno cercando di darsi da fare in tutta fretta per portare a termine gli adempimenti relativi alle comunicazioni ai fini di Iva.

Gli ultimi chiarimenti diramati dall’ente guidato da Attilio Befera, anzi, sembrano andare nella direzione di una conferma delle due prossime scadenze, entro cui le partite Iva dovranno comunicare al fisco tutte le operazioni svolte in prestito d’opera o di servizi, di cessioni di beni o simili. Dunque, tutto lascia intendere che, entro fine mese, sia chi versa l’Iva ogni quattro settimane, sia chi se ne occupa ogni 90 giorni, dovrà aver compilato il modello di comunicazione polivalente, dove inserire tutte le operazioni svolte.

Così, è importante sapere cosa includere, naturalmente e a questo proposito segnaliamo gli articoli approfonditi in merito su come compilare il modello e le istruzioni da seguire per il software messo a disposizione sempre dall’Agenzia delle Entrate.

Più importante, però, è essere consapevoli degli errori da non commettere nella stesura del proprio spesometro. A questo proposito, ricordiamo che esistono due possibilità di compilazione: una analitica e l’altra aggregata. Dai primi dati a disposizione, sembra che le partite Iva coinvolte prediligano proprio quest’ultima opzione, la quale consentirebbe di velocizzare i tempi, affidandosi a un ente terzo per le comunicazioni contabili e diminuendo sensibilmente i tempi d’attesa.

Alcuni errori ricorrenti e da evitare, sono poi contenuti nelle istruzioni in proposito diramate sempre dalle Entrate. In particolare, al raccomandazione è quella di inserire esclusivamente le operazioni soggette a Iva, lasciando al di fuori quelle sottoposte al vincolo per la territorialità. Da non includere nel modello anche esportazioni e importazioni, oltre a tutte quelle voci già presenti in elenchi Intra: no per scambi con la Città del Vaticano, con organismi internazionali, le cessioni di mezzi navali e le cessioni ad usuali esportatori su dichiarazioni di intento.

Attenzione, poi, a non includere i dati già comunicati, in particolare in seguito alla partenza dell’anagrafe tributaria. Sul tema, segnalano gli esperti, non è presente un pronunciamento ufficiale, per cui, in caso di incertezza, meglio provvedere comunque alla dichiarazione per non incorrere in eventuali sanzioni.

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