Riforma pensioni addio: la legge Fornero resta. Copertura ai nuovi esodati

Redazione 08/10/13
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Niente da fare, andare in pensione in anticipo, per il momento, resta un’impresa quasi impossibile. Le proposte di modifica al sistema introdotto due anni or sono dalla riforma Fornero, presentano un conto troppo elevato per le già provate casse della previdenza statale, e tutto pare destinato a rimanere com’è, almeno nel breve periodo.

Questo il succo dell’ultimo intervento del ministro del Welfare Enrico Giovannini nel corso di un’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, dove ha smorzato nuovamente le speranze di vedere riscritta la norma che regola requisiti e trattamenti per i pensionati italiani.

Da più parti, si invocava, infatti, negli ultimi tempi, un ritorno convinto alla flessibiltà, senza snaturare la legge Fornero, ma introducendo alcuni correttivi in modo da garantire abbandoni più soft dei posti di lavoro a chi fosse ormai vicino alla maturazione dei requisiti. Era l’esempio, tra le altre, della proposta di Cesare Damiano, che prima di tutte aveva avanzato il principio dei bonus e delle penalizzazioni, a seconda che si optasse per l’uscita in ritardo o in anticipo.

Invece, la linea della Fornero sembra aver convinto in toto anche il suo successore Giovannini, che ha ribadito l’indisponibilità del governo a discutere di leggi con il potenziale di stravolgere l’impianto attual,e chiedendo eccessi di spesa non sostenibili. 

Riportare indietro le lancette, ha infatti notato il ministro, significherebbe avviare un cammino “incompatibile con il percorso attuale di contenimento della spesa pubblica e con l’indirizzo del governo che ha fissato come priorità la riduzione del costo del lavoro”.

Tutto ciò che l’ex presidente Istat si è sentito di promettere in audizione, riguarda essenzialmente una maggiore elasticità per il versamento dei contributi per chi svolge carriere professionali discontinue o per chi ha svolto le prime mansioni in età avanzata. Una misura, ha sottolineato Giovannini, che consentirebbe di  “aumentare il montante pensionistico, con maggiore flessibilità rispetto a quanto consentito oggi, per cumulare i contributi”.

Un altro intervento che il governo ha in cantiere riguarda, poi, le pensioni d’oro, che non verranno spolpate per alzare le minime, ma eviteranno la rivalutazione prevista nel 2014. Sul fronte esodati, invece, confermata la salvaguardia per i nuovi 6500 esclusi, che apparterranno alla schiera dei licenziati individuali.

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