Test psicoattitudinali magistrati, in arrivo dal 2026: come funzioneranno

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Test psicoattitudinali Magistrati, cosa sta succedendo? Sta facendo molto discutere la norma, contenuta all’interno di un Decreto Legislativo approvato durante il Consiglio dei Ministri del 26 marzo scorso, che introduce i test psicoattitudinali per i candidati ai prossimi concorsi per l’accesso alla magistratura ordinaria.

Il provvedimento fa parte della riforma dell’ordinamento giudiziario, delegata al governo con la Legge 17 giugno 2022, n. 71, ed è stato approvato dal CdM in esame definitivo, dopo aver acquisito i pareri delle Commissioni parlamentari che chiedevano, tra le diverse osservazioni, proprio l’introduzione dei test.

Nella conferenza stampa a margine del CdM, il ministro Nordio ha precisato che l’esame psicoattitudinale è previsto per tante professioni importanti nel nostro Paese, soprattutto per le Forze dell’ordine. Inoltre, la gestione del test è affidata al Consiglio Superiore della Magistratura. Altra importante novità introdotta dal provvedimento è la norma che consente l’ammissione al concorso anche dei candidati che siano stati dichiarati per quattro volte non idonei.

Vediamo nei prossimi paragrafi come funzioneranno i test psicoattitudinali magistrati, in attesa di eventuali modifiche che potranno arrivare, tenendo anche conto che la prima applicazione di queste novità arriverà nel 2026.

Indice

Test psicoattitudinali magistrati: come funzionerà

I test psicoattitudinali magistrati saranno condotti da professionisti, docenti universitari titolari di insegnamento nelle materie psicologiche, ma la valutazione finale spetterà comunque alla commissione. Si tratta di un test di tipo “Minnesota”, analogo a quello somministrato durante gli accertamenti psicoattitudinali per i concorsi delle Forze dell’ordine.

Questo sarà somministrato solo ai candidati che hanno superato le prove scritte, per non incappare in problemi di incostituzionalità e anche per ragioni di economicità.

I candidati ammessi alla prova orale sostengono i test psicoattitudinali individuati dal CSM nel rispetto delle linee guida degli standard internazionali di psicometria. Il colloquio psicoattitudinale è diretto dal presidente della Commissione con l’ausilio dell’esperto psicologo, si svolge dinanzi alla commissione cui è rimessa la valutazione anche dell’idoneità psicoattitudinale. Il tutto dovrà avvenire seguendo determinate garanzie di riservatezza.

Chi non supererà l’esame psicoattitudinale potrà comunque ripetere il concorso. Si attende la pubblicazione delDecreto legislativo in Gazzetta per conoscere tutti i dettagli.

Test psicoattitudinali magistrati: le reazioni della magistratura

Reazioni dure sono arrivate dall’Associazione Nazionale Magistrati. Il presidente Giuseppe Santalucia ha così commentato in un’intervista al Corriere della Sera: «Un candidato che supera una prova scritta difficilissima e sta per coronare il sogno di una vita, magari con ottimi voti, può essere bocciato per qualche domandina di un professore di psicologia? Ma se non è pazzo così ce lo facciamo diventare».

E sulla possibilità di valutazione sull’equilibrio dei futuri magistrati, Santalucia ha ribadito che «Già c’è. Si fa intendere che noi siamo fuori controllo, ma non è così. Nei 18 mesi di tirocinio il vincitore di concorso viene attentamente valutato. Controlli sull’equilibrio e dispense per infermità mentale ci sono sempre state».

Anche il CSM ha espresso dei dubbi, formulando prima del Consiglio dei Ministri del 26 marzo una richiesta al Parlamento per analizzare la situazione. Si legge nella richiesta che «L’art. 106 della Costituzione prevede quale unico criterio di accesso alla magistratura professionale quello tecnico: “Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso”. L’unicità del suddetto criterio sembra chiara ove si consideri la differenza con l’accesso alla pubblica amministrazione, laddove la procedura concorsuale è invece derogabile ex art. 97 Cost. (“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”)».

Il Consiglio ha poi sottolineato che «Invero deve essere ricordato come il governo autonomo della magistratura conosca già reiterate e continue verifiche sull’equilibrio del magistrato che viene sottoposto a valutazione dal momento del suo tirocinio e, successivamente, con intervalli regolari ogni quattro anni. È in quest’ambito che il controllo sull’equilibrio dei singoli si dispiega in un contesto di salvaguardia dell’indipendenza della magistratura».

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Alessandro Sodano

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