Taglio al cuneo fiscale 2023: gli esclusi dall’aumento in busta paga

Chiara Arroi 09/05/23
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Da luglio 2023 le buste paga dei lavoratori dipendenti saranno un po’ più alte, grazie all’entrata in vigore del nuovo taglio al cuneo fiscale. Non tutti però vedranno crescere gli stipendi. La riduzione del cuneo anzitutto interesserà solo alcuni redditi. Inoltre, trattandosi di contribuzione per i contratti di lavoro dipendente, alcune tipologie di lavoratori restano fuori dalla sforbiciata decisa da governo Meloni.

Le retribuzioni interessate dall’aumento sono quelle da luglio a dicembre 2023: in tutto 5 mesi di taglio al cuneo. Dopodiché sarà necessario un nuovo rifinanziamento della misura per il 2024, anche se nelle intenzioni del governo questa volontà c’è.

Chi riceverà quindi l’aumento di stipendio? Chi invece sarà escluso dal taglio al cuneo fiscale? Spieghiamolo in breve.

Indice

Cos’è il taglio al cuneo fiscale

Quando riceviamo il cedolino paga notiamo ogni mese che il lordo e il netto in busta differiscono notevolmente. Su uno stipendio lordo di 1850 euro non di rado il netto può scendere a circa 1300 euro. Questa differenza tra stipendio lordo e netto è il cuneo fiscale: la quota delle imposte sul lavoro (imposte dirette, indirette e contributi previdenziali).

E’ un peso che si dividono lavoratore e datore di lavoro. Per il lavoratore la quota di cuneo è null’altro che la differenza che c’è tra retribuzione lorda e netta sul lavoro.

Di base, più bassa è la percentuale di cuneo fiscale applicato, più lo stipendio lordo si avvicina a quello netto. Ecco perché il taglio del cuneo fiscale si traduce in un aumento delle buste paga dei lavoratori.

Taglio al cuneo fiscale: come funziona da luglio 2023

Il Decreto Lavoro 2023 ha introdotto un nuovo taglio al cuneo fiscale di 4 punti percentuali per tutti i lavoratori che già beneficiavano della precedente riduzione in vigore dallo scorso gennaio. Sarà in vigore per 5 mesi, da luglio a dicembre 2023. In sostanza:

  • i dipendenti con redditi fino a 25mila euro, che già beneficiavano del taglio al 3% del cuneo, con l’aggiunta di un altro 4% arriveranno da luglio a una sforbiciata complessiva di 7 punti percentuali in busta paga,
  • i dipendenti con redditi fino a 35mila euro, che già beneficiavano del taglio al 2% del cuneo, con l’aggiunta di un altro 4% arriveranno da luglio a una riduzione totale di 6 punti percentuali in busta.

Per approfondire tutti gli aspetti di un contratto di lavoro dipendente consigliamo il libro “Il lavoro subordinato“. Il volume analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile.

Questo è il testo dell’articolo 39 del decreto: “Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall’articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima”.

La misura agevolativa in trattazione si applica sulla quota dei contributi IVS a carico dei lavoratori in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato diversi dal lavoro domestico. Il diritto alla fruizione dell’agevolazione, trattandosi di una riduzione contributiva per il lavoratore, che non comporta benefici in capo al datore di lavoro.

Ribadiamo quindi che l’esonero in questione è stato introdotto per creare uno regime contributivo speciale e vataggioso relativo ai contratti di lavoro, a beneficio dei lavoratori dipendenti.

Taglio al cuneo fiscale: i beneficiari 2023

Come già anticipato, la riduzione del cuneo fiscale interesserà una determinata platea di lavoratori:

  • dipendenti e
  • con redditi fino a 35mila euro (diverse percentuali di riduzione a seconda dello scaglione di reddito.

Gli esclusi dal taglio al cuneo fiscale 2023

Accertati i beneficiari che, a varia misura, vedranno aumentare le retribuzioni da luglio a dicembre, vediamo ora chi invece resta fuori dalla riduzione fiscale e quindi non beneficerà di aumenti di stipendi.

La norma che ha istituito la riduzione del cuneo parla di esonero della quota contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore. Questi contributi sono dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, esclusi i lavoratori domestici.

  • lavoratori autonomi, cococo e occasionali
  • lavoratori domestici
  • lavoratori dipendenti (pubblici e privati) con redditi eccedenti i 35mila euro l’anno.

Taglio al cuneo fiscale: i nuovi aumenti in busta paga

L’effetto potrebbe tradursi in un effettivo raddoppio di quanto fatto fino ad oggi. L’aumento in busta paga da luglio a dicembre 2023, in base alle ultime simulazioni, potrebbe tradursi di un aumento in busta paga:

  • dai 50 agli 80 euro per lavoratori con redditi fino a 25mila euro (rispetto all’attuale situazione) da luglio a dicembre 2023
  • dai 90 ai 100 euro per lavoratori con redditi fino a 25mila euro da luglio a dicembre 2023.

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(Foto di copertina: iStock/erhui1979)

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