Sigarette elettroniche, dal primo gennaio 2015 cambia l’accisa

Redazione 22/10/14
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Sigarette elettroniche e non, sulle accise si volta pagina. Oggi, la commissione Finanze della Camera dei deputati ha approvato il nuovo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi”.

Il provvedimento, varato dal governo per sanare una frattura con Bruxelles, per via delle accise sui tabacchi lavorati in Italia, al di sotto dei canoni europei, contiene anche le prime disposizioni ufficiali in materia di prodotti da tabacco senza combustione.

Ora, il testo varato a Montecitorio prevede che le e-cig e i suoi prodotti derivati vengano “assoggettati ad imposta di consumo in misura pari al 60% dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette calcolata con riferimento al prezzo medio ponderato di un chilogrammo convenzionale rilevato per l’anno 2013”.

Nonostante questa previsione, però, nel decreto si rammenta come la vertenza giudiziaria sulla tassazione agli svapatori sia ancora da chiudere, con la previsione dell’imposta di consumo al 58,5%, equiparata cioè alle classiche bionde, che è stata rimessa al Tar, il quale ha chiesto l’intervento della Consulta per una questione di legittimità. A detta del tribunale amministrativo, infatti, il provvedimento che faceva scattare l’accisa per e sigarette elettroniche non avrebbe adeguatamente elencato quali prodotti sarebbero sottoposti al regime di imposizione prescritto, finendo per ledere il diritto di libera iniziativa economica di chi opera nel settore.

L’accisa, specifica in tal proposito il provvedimento varato oggi, non varrà per “i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio” e che l’imposta sulle e-cig potrà essere innalzata fino a un 5% in più una volta entrata a regime.

Il decreto stima che dalle entrate per la maggior tassazione in riferimento alle sigarette elettroniche, arrivi un gettito nelle casse statali pari a 132 milioni di euro, ben più degli 84 previsti in surplus dall’aggiornamento sulle sigarette classiche.

Si tratta, comunque, di una misura tampone, almeno della parte di 117 milioni che avrebbe dovuto essere riscossa a partire dallo scorso primo gennaio, ma poi rimandata a causa dello sbarco in aula della questione. Le disposizioni del decreto entreranno in vigore dal primo gennaio 2015.

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