Ora con 24 ore di anticipo la protesta si è fermata e tutti i distributori di carburante hanno ripreso a fornire i servizi di rifornimento
Lo sciopero dei benzinai partito martedì 24 gennaio alle ore 19 sulla rete ordinaria, e dalle ore 22 anche sulla rete autostradale, sarebbe dovuto terminare alle ore 19 di giovedì 26 gennaio. Invece tutto si è fermato in anticipo, dopo una serie di convocazioni e incontri avuto con il ministero.
La mobilitazione è stata indetta da Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che raccolgono circa il 70% dei 22mila distributori attivi in tutta Italia. Una buona fetta, ma non tutta la torta. Fare rifornimento è stato comunque possibile scegliendo i gestori che non hanno aderito alla protesta.
E’ stato fatto “per gli automobilisti, non certo per il governo” hanno spiegato le due sigle sostenendo che “uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto. I cittadini italiani hanno capito” che il Governo, “ha incautamente scaricato sui gestori la responsabilità dell’aumento dell’accisa e li ha indicati come i veri speculatori”, ha ribadito in mattinata Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica.
Dopo i tentativi di mediazione falliti, nel pomeriggio del 25 gennaio, dopo essere state convocate al ministero, Fegica e Figisc/Anisa hanno deciso di revocare il secondo giorno di sciopero, dopo che ieri Faib Confesercenti aveva già deciso in questo senso. Le sigle restano comunque sull’attenti, evidenziando che restano molte criticità e che la decisione è stata presa per favorire i cittadini.
La percentuale di questa cambia da territorio a territorio, ma comunque in caso di sciopero deve essere mantenuto in servizio un numero di stazioni carburante non inferiore al 50%. Il servizio è stato garantito su turnazioni (a, b,c). Nei prossimi paragrafi stiliamo una lista delle stazioni di servizio che sono rimaste aperte.
Ci sono altre due osservazioni da fare: