Riforma Pensioni: nuove misure su pensione anticipata e precoci entro fine mese?

Redazione 19/09/16
Il dibattito tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni diventa sempre più serrato in vista della Legge di Stabilità 2017.

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Al centro della discussione continuano a esserci l’anticipo pensionistico (APE) e soprattutto le misure per i lavoratori precoci. Se, infatti, da un lato l’APE sembra ormai cosa certa, e restano soltanto da definirne le condizioni, le misure di agevolazione per i precoci potrebbero slittare all’anno successivo per mancanza di fondi.

Precoci: quali novità

I cosiddetti precoci sono i cittadini che hanno iniziato a lavorare molto presto, maturando quindi molti anni di contributi prima degli altri lavoratori. Nella maggior parte dei casi, anche a causa del fatto che solitamente non hanno completato il rispettivo percorso di studi universitario, si tratta di cittadini che svolgono lavori manuali particolarmente logoranti e faticosi.

Quota 41: una questione ancora aperta?

Nel corso del dibattito con il Governo, i sindacati hanno richiesto una “quota 41” per i lavoratori precoci. In questo modo si consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione una volta raggiunta la quota di 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica.

Nonostante i rappresentanti dell’Esecutivo abbiano, in passato, affermato di voler predisporre misure assistenziali per la pensione dei precoci, le attuali dichiarazioni del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, hanno sottolineato i costi elevati della quota 41.

Sembra che una soluzione di compromesso potrebbe consistere in un bonus contributivo ridotto, compreso tra i 2 ed i 6 mesi per ogni anno di lavoro effettivo prestato prima dei 18 anni.

Anticipo pensionistico: verso l’approvazione?

Ormai assodato sembra, invece, che i lavoratori potranno usufruire dell’anticipo pensionistico dall’età di 63 anni. Qualora venisse confermato, infatti, l’APE introdurrà la possibilità di poter accedere a questa pensione anticipata per tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953.

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Nessuna differenza tra dipendenti e autonomi

Dunque, nessuna distinzione verrebbe fatta tra lavoratori dipendenti e professionisti autonomi. Tuttavia, l’anticipo sarà da restituire a rate ventennali,  non appena verranno raggiunti i requisiti maturati per il pensionamento.

Invece, per i lavoratori che si trovano nelle condizioni più disagiate tale anticipo dovrebbe essere quasi a costo zero. Chi percepisce redditi molto bassi, è disoccupato senza ammortizzatori sociali o svolge lavori rischiosi o molto faticosi non dovrà pagare né il capitale anticipato né l’assicurazione e i relativi interessi.

Gli altri lavoratori che vorranno usufruire della pensione anticipata saranno costretti, invece, a versare per vent’anni 50 o 60 euro mensili per un anno di anticipo, oppure dai 150 a 200 euro al mese per usufruire dei 3 anni di anticipo.

Riforma pensioni: sempre più vicina?

E’ previsto per il 21 settembre il prossimo incontro tra Governo e sindacati: l’obiettivo dei tecnici di Palazzo Chigi è anche quello di chiudere il dibattito entro la fine del mese. A tal proposito, il disegno di Legge di Bilancio dovrà essere presentato in Parlamento entro il 20 ottobre 2016.

Redazione

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