Si parte dal Senato, dove in commissione Affari costituzionali è perennemente in corso la discussione sul nuovo riassetto costituzionale dello Stato.
Punto fondamentale e irrinunciabile del nuovo progetto di riforma sembra essere la riduzione del numero dei parlamentari, in misura pari al venti per cento. Per i più ottimisti, dunque, già nel 2013 il numero dei deputati potrebbero passare da 630 a 500, e quello dei senatori da 315 a 250.
Ma non solo. La bozza contiene anche rilevanti novità come il superamento del bicameralismo perfetto, il rafforzamento dei poteri del premier e l’istituto della sfiducia costruttiva. E’ previsto altresì l’abbassamento dell’elettorato passivo a 21 anni per diventare onorevoli e 35 per essere eletti a Palazzo Madama.
La bozza di riforma abbandona il bicameralismo perfetto per introdurre quello “eventuale”: la Camera dovrà occuparsi delle materie di “esclusiva competenza dello Stato”, mentre palazzo Madama sarà competente per le materie di “potestà legislativa concorrente”.
Si prevede anche un rafforzamento del ruolo dell’esecutivo: il Governo, ad esempio, potrà chiedere che un disegno di legge sia inserito con priorità all’ordine del giorno della Camera; quest’ultima dovrà rispettare dei termini stabiliti per l’esame e per l’approvazione. Il presidente del Consiglio potrà inoltre proporre al Presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei ministri e chiedere al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere a meno che le Camere, entro 15 giorni, non approvino la mozione di sfiducia costruttiva. Tale mozione dovrà essere sottoscritta da almeno un terzo dei componenti di ciascuna Camera, contenere l’indicazione del nuovo premier e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione. La sfiducia costruttiva dovrà essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.
La bozza provvede inoltre alla modifica dell’art. 73 della Costituzione, che diventerebbe: “Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall’approvazione. Se la Camera che l’ha approvata definitivamente, a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiara l’urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito”.
Il testo della bozza sarà presentato sotto forma di emendamento, firmato dai capigruppo o dal relatore stesso, che andrà a sopprimere tutti i precedenti disegni di legge sulle riforme costituzionali già incardinati a Palazzo Madama.
Qui il testo integrale della bozza diffusa ieri e trasmessa ai gruppi parlamentari
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