“Nella sostanza – precisa Serracchiani- il Governo ha dunque inteso raccogliere, ma senza condizionarlo a vincoli temporali né a tetti numerici, l’invito a considerare l’opportunità di proporre una forma di razionalizzazione del sistema regionale quale potrebbe essere la riduzione del numero delle Regioni. Chi inoltre ha seguito i lavori parlamentari sa che, all’esito di questo accoglimento, sono stati ritirati tutti gli emendamenti che avevano ad oggetto iniziative sulle Regioni”.
Tutto ha avuto inizio quando l’8 Ottobre scorso Ranucci ha presentato un ordine del giorno sul taglio delle Regioni; proprio Ranucci che poco tempo prima aveva presentato con Roberto Morassut un decreto di legge analogo alla Camera e un altro al Senato. “È evidente che si parte. Aspettiamo il referendum sulle riforme e prima della fine del 2016 finalmente comincerà la riorganizzazione delle Regioni”, ha affermato Ranucci.
Il loro progetto tra l’altro, si basa sugli studi storici della Fondazione Agnelli: resterebbero intatte solo la Sicilia, la Sardegna e la Lombardia, tutto il resto sarebbe suddiviso in macroregioni. Ma gli animi vengono presto smorzati dalle parole di Serracchiani che afferma che avendo l’Italia affrontato recentemente l’abolizione di alcune province, è necessario attendere per effettuare altri cambiamenti cosi grandi ed evidenti, nell’interesse dei cittadini.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento