Nell’arco del 2021 si è discusso sull’apportare aggiustamenti e correttivi ai coefficienti di redditività, tenendo conto delle raccomandazioni espresse dalle Commissioni parlamentari in un documento diffuso lo scorso giugno. Nulla di fatto però. Tutto è stato confermato così come era e non ci sono quindi aggiornamenti rivoluzionari per quanto riguarda i requisiti e le condizioni di accesso.
Unica novità di rilievo, attesa per quest’anno, ma ancora senza una data certa, è l’entrata in vigore anche per i forfettari dell’obbligo di fatturazione elettronica.
Vediamo di seguito i requisiti 2022 per accedere al Regime Forfettario, cosa cambia, le novità fiscali e quelle sull’obbligo di e-fattura.
Regime Forfettario 2022: cos’è
Introdotto con la Manovra di bilancio del 2015, si tratta di un nuovo tipo di regime fiscale agevolato che ha sostituito tutti i precedenti, e garantisce alle partite Iva con un volume di ricavi basso la possibilità di accedere a una tassazione agevolata, rispetto a quella ordinaria, con notevoli semplificazioni contabili e fiscali.
Requisiti e condizioni di accesso sono poi stati aggiornati con le Manovre 2019 e 2020. Requisiti rimasti in vigore per tutto il 2021, e ora anche nel 2022.
Diciamo subito che chi nel 2021 ha avuto ricavi non superiori a 65mila euro, assieme a tutta una serie di altri requisiti, potrà adottare nel 2022 il regime forfettario. Chi invece nel corso del 2021 ha superato questa soglia, nel 2022 sarà costretto ad adottare il regime ordinario (o semplificato).
Chi può accedere al Regime Forfettario 2022: requisiti
Questo particolare regime fiscale può essere utilizzato dalle persone fisiche esercenti un’attività d’impresa, di arte o professione (incluse le imprese familiari) purché in possesso di determinati requisiti stabiliti e purché non si incorra in una delle clausole ostative previste per legge.
Al di là di alcune clausole di esclusione, che lasciano fuori gli autonomi dalla possibilità di aderire, ad oggi al regime forfettario (comma 54 e ss. della legge 190/2014) possono accedere coloro che:
- hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65 mila euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate);
- hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20 mila euro lordi per lavoro di terzi, compresi dipendenti e collaboratori.
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Regime Forfettario 2022: come funziona
Come anticipato, non verrà eliminata l’agevolazione fiscale per partite Iva con ricavi fino a 65mila euro, che finora hanno usufruito del Regime Forfettario.
Il Governo Draghi ha mantenuto il tetto massimo di 65mila euro di ricavi/compensi, con aliquote per le nuove attività al 15% e al 5%.
Per determinare il reddito nel regime forfettario, viene fatto il calcolo tenendo conto dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta considerato. Al reddito viene applicato un coefficiente di redditività, che tiene conto delle spese applicate in modo forfettario. All’imponibile è applicata un’imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi passa al 15%.
Le spese sostenute per l’esercizio dell’attività, non possono essere dedotte analiticamente dal reddito, tranne i contributi previdenziali versati in ciascun periodo di imposta. E’ dunque prevista una deducibilità forfettaria, con una aliquota in percentuale sul reddito che varia a seconda dell’attività esercitata.
Regime Forfettario 2022: obbligo di fattura elettronica
La novità 2022 per i forfettari sarà l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica.
La Legge di bilancio 2022, tra i vari obiettivi, si è data anche quello di prevenire e contrastare l’evasione, mettendo in campo l’asso di punta: l’obbligo di fatturazione elettronica anche per:
- forfettari che oggi rappresentano 1,5 milioni di partite IVA.
- associazioni e alle società sportive dilettantistiche che non abbiano superato 65.000 euro di proventi nell’anno precedenti
- operazioni sanitarie.
A questa proposta c’è stato il via libera della Commissione Ue, che l’8 dicembre 2021, tramite il Comitato dei rappresentanti permanenti ha dato parere positivo a queste due decisioni:
- estensione dell’obbligo di fattura elettronica anche ai contribuenti in regime di flat tax
- possibilità per l’Italia di estendere l’obbligo di fattura elettronica fino al 2024.
Dopo la Commissione Ue è arrivato anche il via libera del Consiglio Ue, che il 13 dicembre 2021 ha deliberato l’adozione della proposta della Commissione Ue sulla proroga per il triennio 2022-2024 della misura di deroga agli articoli 218 e 232 della Direttiva 2006/112/CE, che autorizza l’Italia ad adottare il sistema di fatturazione elettronica obbligatoria e sull’estensione di tale obbligo ai forfettari.
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