Redditest, Redditometro: l’intervista a Nicola Forte

Non si placa la fobia da redditest e redditometro, sono molti infatti i contribuenti che restano piuttosto preoccupati all’idea del responso dello strumento dell’Agenzia delle entrate che sta letteralmente terrorizzando i sogni degli italiani che cominciano a sentirsi tutti evasori pur avendo la coscienza pulita, o meglio, il portafogli. Alla luce di questo clima abbiamo intervistato Nicola Forte, esperto del Sole 24 ore, che ha partecipato in qualità di responsabile alla commissione sul redditometro e ha spiegato come questa paura diffusa, per lo più, sia ingiustificata perché il cittadino ha la possibilità, grazie a qualche piccolo accorgimento, di fare una dichiarazione in linea con i propri consumi reali.

Qui di seguito le risposte e i consigli dell’esperto.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha duramente criticato chi ha parlato di “stato di polizia” in merito alle 100 voci del redditometro, tuttavia la sensazione di un controllo capillare si percepisce. A cosa è dovuta questa sensazione nei cittadini, solo alle novità apportate al nuovo strumento di controllo dei redditi ?

La stampa specializzata e la maggior parte dei commentatori non hanno compreso che il nuovo redditometro non sarà uno strumento di controllo di massa. Si afferma che i dati stimati dall’Istat non potranno essere superati con una prova contraria, si fa riferimento ad uno studio di settore applicabile alle famiglie; si fa riferimento all’applicazione di moltiplicatori, ma tutte queste informazioni non sono corrette e tra la gente comune si diffonde il “terrore”. Invece il nuovo redditometro applica nella maggior parte dei casi dati (spese) effettivi e quindi è molto più equilibrato rispetto al passato.

Le 100 voci del redditometro analizzano praticamente ogni ambito della vita di una famiglia, gli italiani dovranno cambiare le proprie abitudini per rientrare nei parametri del redditometro, o chi non evadeva prima può semplicemente mantenere la propria routine invariata ?

E’ necessario sicuramente essere più attenti e meno disinvolti per quanto riguarda i profili formali. Ad esempio se si prestano dei soldi ad un parente è opportuno conservare copia della contabile del bonifico; è opportuno intestare le utenze della prima e dell’eventuale seconda casa al componente della famiglia che ha il reddito prevalente. Invece se le utenze dovessero rimanere intestate al componente con il minor reddito è opportuno che il pagamento venga effettuato con strumenti in grado di assicurare la tracciabilità. Sono questi alcuni degli accorgimenti che dovranno essere adottati.

Recentemente sono emersi parecchi dubbi sui valori espressi dalle medie degli studi Istat, il campione di 28 mila famiglie, per quanto attendibile, sembra però non essere in grado di coprire tutte le esigenze di classificazione delle restanti 22 milioni che costituiscono l’attuale popolazione. Sono stati sopravvalutati i modelli matematici di analisi oppure questo sistema funziona realmente?  Consente ad ognuno di effettuare una dichiarazione trasparente?

Dalle prime simulazioni i valori Istat sembrano complessivamente contenuti in ogni caso l’Agenzia delle entrate ha già precisato che si tratta di valori orientativi.  Ad esempio le spese condominiali effettive potranno essere dimostrate con il bilancio del condominio e con i conti correnti effettuati.  Anche le altre spese (alimentari, abbigliamento) saranno prese in considerazione dell’Agenzia delle entrate con estrema cautela.

Come mai alcune voci più di altre creano dei “casi” o delle ambiguità nella dichiarazione, come può essere l’esempio degli investimenti?

Probabilmente perché la gente comune è spaventata, ma l’Agenzia delle entrate sembra già orientata a correggere il tiro. Ad esempio, anche se la norma non lo dice espressamente, le spese per investimenti dovrebbero pesare solo per un quinto nell’anno in cui è stata sostenuta la spesa. Gli altri 4/5 saranno presi in considerazione negli altri esercizi come avveniva per il vecchio redditometro.

Quali sono le aspettative dell’Agenzia delle Entrate rispetto al redditometro? In che misura, grazie a questo strumento, verrà ridotta l’evasione fiscale in Italia?

E’ uno strumento che, come ricordato, non sarà applicato sulla massa dei contribuenti.  E’ uno strumento che potrà dare buoni risultati se utilizzato con intelligenza in misura estremamente mirata come sembra voler fare l’Agenzia delle entrate.

Alessandro Camillini

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