Premi di risultato 2023: quando vengono pagati e come vengono tassati?

Paolo Ballanti 13/10/23
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Come sono tassati i Premi di risultato? Quando avviene l’erogazione in busta paga? Negli ultimi anni è stata introdotta una serie di provvedimenti diretti a ridurre il cuneo fiscale, da intendersi come il peso di contributi e tasse sulle buste paga dei lavoratori dipendenti.

Tra le misure principali si segnala l’innalzamento della soglia di detassazione dei fringe benefit o ancora l’abbattimento parziale dei contributi previdenziali a carico del dipendente da trattenere in busta paga.

A tutto questo si aggiunge il riconoscimento di un’aliquota agevolata per le somme erogate dall’azienda a titolo di premio di risultato. In queste situazioni la normativa riconosce infatti un’imposta in capo al lavoratore ridotta rispetto a quella risultante dai normali scaglioni Irpef al 23, 25, 35 o 43%.

Analizziamo in dettaglio come funziona la tassazione sui premi di risultato e quando vengono pagati.

Indice

Premi di risultato: imposta sostitutiva al 5%

Il vantaggio nell’erogare i premi di risultato è quello di applicare una tassazione ridotta rispetto all’Irpef ordinaria applicata sulla retribuzione e gli altri compensi riconosciuti in cedolino.

I premi scontano infatti un’aliquota sostitutiva di Irpef ed addizionali regionali e comunali pari al 10%.

La Manovra 2023 (Legge 29 dicembre 2022 numero 197) ha previsto all’articolo 1, comma 63, l’applicazione di un’aliquota ridotta al 5% per i soli premi erogati nell’anno corrente.

Pertanto, in assenza di ulteriori novità normative, dal 2024 ritornerà l’aliquota ordinaria al 10%.

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Premi di risultato: a chi spetta l’aliquota 5/10%

L’aliquota agevolata al 5 – 10% spetta in presenza di determinati requisiti soggettivi. Innanzitutto, l’area di intervento della misura si limita a quanti, nel settore privato, sono alle dipendenze di imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali ed enti pubblici economici.

Sono invece esclusi i soggetti titolari di redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente. L’esempio principale in tal senso sono i collaboratori coordinati e continuativi o co.co.co.

Un ulteriore requisito è legato al reddito totalizzato dal dipendente beneficiario del premio. Infatti, nell’anno precedente, è necessario aver totalizzato un reddito di lavoro dipendente non superiore ad 80 mila euro, comprensivo di:

  • somme soggette ad imposta sostitutiva;
  • quota di Tfr liquidata in busta paga (ex Quir);
  • pensioni di ogni genere ed assegni equiparati;
  • redditi di lavoro dipendente riconducibili ad un’attività di lavoro svolta all’estero, anche se non tassati in Italia.

Da notare che la tassazione agevolata spetta comunque:

  • in assenza di redditi di lavoro dipendente nel periodo di riferimento;
  • nelle ipotesi in cui il limite degli 80 mila euro sia stato superato per effetto del conseguimento di redditi diversi da quelli di lavoro dipendente (ad esempio i redditi assimilati);
  • se, nel corso dell’anno interessato dall’erogazione del premio, il dipendente interessato supera il limite di 80 mila euro.

Per quali somme spetta l’aliquota sostitutiva

La detassazione si ha con riguardo a:

  • premi di risultato, corrisposti in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali in relazione ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione;
  • somme pagate a titolo di partecipazione agli utili;

entro il limite complessivo di 3 mila euro, assunti al lordo della ritenuta fiscale dal 5 e 10% ed al netto delle trattenute previdenziali obbligatorie.

Da notare che la soglia di 3 mila euro è elevata a 4 mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori.

Caratteristiche dei premi di risultato

I premi di risultato, per poter beneficiare della tassazione agevolata, devono essere, in particolare:

  • di ammontare variabile con liquidazione legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione;
  • erogati in forza di contratti aziendali o territoriali, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale (per quanto riguarda i contratti aziendali, la stipula deve avvenire da parte di RSA / RSU).

Quando vengono pagati i premi di risultato?

In via preliminare è importante ricordare che il premio di risultato dev’essere legato ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, definiti nel contratto aziendale o territoriale.

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Il presente volume vuole essere uno strumento pratico per tutti gli operatori del settore, professionisti ed aziende, che abbiano necessità di strutturare politiche aziendali rivolte all’ottimizzazione del costo del lavoro tramite un approccio innovativo e attuale rappresentato dal welfare aziendale e dai fringe benefit, cogliendo tutte le particolarità, le funzionalità e le potenzialità che questi due strumenti permettono e che molto spesso vengono sottovalutati o fraintesi.La corretta gestione di un piano di welfare rappresenta una funzione determinante per tutte le aziende che mirano al raggiungimento di una maggiore produttività attraverso sistemi che consentono di creare benessere e coinvolgimento dei lavoratori.Flexible benefit, premi di produzione, sostenibilità e work life balance sono argomenti che si intrecciano e si collegano, generando ragionamenti nel lettore che potranno poi essere riportati nella quotidianità professionale oppure direttamente in aziende con esempi pratici e modulistica a supporto.Si andrà ad analizzare inoltre l’evoluzione normativa, fino al recente Decreto Lavoro, in uno scenario post Covid che ha trasformato anche questo meccanismo, rendendolo sempre più necessario per ottenere un sistema aziendale virtuoso e sostenibile ed evitare altresì la “fuga” di personale.La sfida di questo volume è dunque quella di voler rappresentare una guida operativa e pratica che coinvolga il professionista e l’azienda nella gestione di quegli strumenti che permettono di fidelizzare i lavoratori, aumentare il benessere e la produttività aziendali.Paolo SternPresidente di Nexumstp Spa, Consulente del lavoro, esperto di diritto sindacale e relazioni industriali. Segue con attenzione i temi della sostenibilità e CSR. Docente a contratto in Università pubbliche e private. Autore di libri e pubblicazioni, opinionista e relatore in convegni e seminari.Massimiliano MatteucciConsulente del Lavoro in Roma, Milano e Bologna, Socio Nexumstp Spa. Cultore della materia presso la cattedra di Diritto del Lavoro dell’Università “La Sapienza” di Roma e presso l’Università “Niccolò Cusano” di Roma. Docente a contratto per master universitari di I e II livello. Professore a contratto di “Innovazione digitale e relazioni industriali” presso l’Università “Niccolò Cusano” di Roma.

Massimiliano Matteucci, Paolo Stern | Maggioli Editore

Gli incrementi in parola devono essere:

  • effettivi e non soltanto potenziali;
  • misurati sulla base dei criteri definiti dall’accordo aziendale / territoriale;
  • registrati in un periodo congruo, indicato dall’accordo;
  • determinati in maniera oggettiva attraverso particolari indicatori, ad esempio il valore della produzione, l’indice di soddisfazione del cliente o la riduzione degli scarti di lavorazione).

Alla luce di quanto appena descritto, si comprende come il pagamento delle somme a titolo di premio di risultato si collochi temporalmente solo dopo la verifica del risultato stesso conseguito dall’azienda.

Naturalmente il momento in cui il dipendente percepisce il premio di risultato varia in base alle singole realtà coinvolte e a quanto dispongono in merito i relativi contratti. 

Premi di risultato: gli adempimenti sono in carico all’azienda

L’azienda che riconosce i premi di risultato è tenuta a:

  • depositare il contratto aziendale o territoriale in via telematica sul portale “servizi.lavoro.gov.it”, entro trenta giorni dalla sottoscrizione del contratto stesso;
  • una volta depositato l’accordo l’azienda può procedere al riconoscimento in busta paga dei premi di risultato;
  • nel rispetto del principio di cassa, applicato in tema di tassazione sui redditi da lavoro dipendente, l’azienda è tenuta a versare l’imposta sostitutiva sui premi di risultato, con modello F24, entro il giorno 16 del mese successivo quello di liquidazione delle somme, utilizzando il codice tributo 1053.

Sempre in tema di tassazione sui premi di risultato, l’azienda, in qualità di sostituto d’imposta, è tenuta ad indicare le trattenute effettuate in busta paga, a titolo di aliquota sostitutiva del 5 – 10% nelle dichiarazioni annuali da trasmettere all’Agenzia entrate, nello specifico:

  • certificazione Unica (CU), da consegnare (in formato sintetico) anche al lavoratore destinatario del premio;
  • modello 770, il cui obiettivo è attestare le somme trattenute ai lavoratori e versate con modello F24 all’Erario.

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