Fringe Benefit: come cambiano nel 2024. Le novità in Manovra

Paolo Ballanti 20/10/23
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La Manovra 2024 si focalizza in larga parte sulla riduzione del carico fiscale e del peso di tasse e contributi in busta paga dei lavoratori: su questa linea si collocano le detassazioni del cuneo fiscale e dei Fringe Benefit, anche per il prossimo anno.

Da notare che già la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2023, approvata dall’esecutivo il 27 settembre 2023, aveva anticipato che le risorse della Manovra saranno utilizzate “per il taglio del cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024”.

Di conseguenza, oltre a ridurre i contributi a carico dei lavoratori dipendenti e mantenere al 5% l’aliquota Irpef sui premi di risultato, il DDL bilancio aumenta la soglia di detassazione per i fringe benefit.

Termine, quest’ultimo, con cui si qualificano i compensi in natura, per intenderci tutti quei beni e servizi riconosciuti dall’azienda ai dipendenti, che sono sempre retribuzione anche se non in denaro.

Leggi anche>> “Manovra di bilancio 2024: le misure inserite nel pacchetto lavoro

Analizziamo la questione in dettaglio.

Indice

Fringe benefit, a chi spetterà la detassazione fino a 2 mila euro

Il datore di lavoro, oltre ad erogare la retribuzione in denaro, può riconoscere una serie di beni e servizi ai dipendenti. In tal caso si parla di compensi in natura o retribuzione in natura.

La regola principale è quella per cui, al pari della retribuzione, i compensi in natura debbano essere soggetti a tassazione Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), addizionali regionali e comunali.

Il DDL Bilancio porta la soglia di detassazione sui fringe benefit a 2 mila euro per i soli lavoratori con figli a carico. Si ricorda che, per essere considerati fiscalmente a carico, i figli devono totalizzare un reddito non superiore a:

  • 2.840,51 euro nella generalità dei casi;
  • 4.000,00 euro per i figli di età fino a 24 anni.

Da notare che per la vivenza a carico si assumono le somme che concorrono alla formazione del reddito complessivo, oltre a:

  • I canoni di locazione soggetti a cedolare secca;
  • Il reddito di impresa o di lavoro autonomo assoggettati al regime forfettario;
  • La quota esente delle retribuzioni percepite all’estero dai frontalieri e da quanti lavorano a Montecarlo e a San Marino;
  • Le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, oltre che dalla Santa Sede e da Enti gestiti direttamente dalla stessa.

Per approfondire il tema dei benefit nelle aziende consigliamo il libro “Welfare aziendale e Fringe Benefit & Fringe Benefit“: flexible benefit, premi di produzione, sostenibilità e work life balance sono argomenti che si intrecciano in questo volume, analizzando inoltre l’evoluzione normativa, fino al recente Decreto Lavoro.

Fringe benefit: novità anche per i lavoratori senza figli a carico

La bozza di Manovra 2024 contiene novità anche per i fringe benefit riconosciuti ai lavoratori senza figli a carico. Nei loro confronti, la soglia di detassazione viene portata a 1.000 euro, in deroga al limite attualmente vigente di 258,23 euro.

Fringe benefit: come funzionano oggi (2022 e 2023)

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986 numero 917 dispone all’articolo 51, comma 3, che non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore, nel periodo d’imposta, ad euro 258,23 (nel testo di legge si fa ancora riferimento a lire 500.000).

E’ utile precisare che il limite di 258,23 euro (e le deroghe in vigore per il 2022 – 2023):

  • Se superato, comporta l’assoggettamento al reddito dell’intero valore dei fringe benefit;
  • Non dev’essere riproporzionato in virtù della durata del rapporto di lavoro, se inferiore all’anno;
  • Dev’essere conteggiato con riferimento a tutti i beni e i servizi ricevuti dal dipendente, anche se da parte di datori di lavoro diversi.

Soglia di detassazione elevata a 3 mila euro nel 2022
Al fine di ridurre il peso di imposte e contributi nei confronti dei lavoratori dipendenti, il legislatore ha aumentato la soglia di esenzione a 3 mila euro, con riferimento al periodo d’imposta 2022.

Soglia di detassazione elevata 3 mila euro per l’anno corrente
A norma dell’articolo 40, comma 1 del Decreto Lavoro (D.L. 4 maggio 2023 numero 48) limitatamente al periodo d’imposta 2023 non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 3 mila euro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati.

Per tutti gli altri dipendenti resta fermo il limite di 258,23 euro.

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Quest’ultima misura, valida per l’anno corrente, opera in favore di quanti dichiarano al datore di lavoro la presenza di figli a carico (indicandone il codice fiscale), compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, nonché i figli adottivi o affidati.

Per quanti, al contrario, non hanno figli a carico, resta ferma la soglia di 258,23 euro.

L’innalzamento della soglia a 3 mila euro è riconosciuto:

  • In misura intera ad ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e / o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi (se i genitori si accordano per attribuire l’intera detrazione per figli a carico ad uno solo di essi l’agevolazione in parola è riconosciuta ad entrambi);
  • Se il contribuente non può beneficiare della detrazione per figli a carico, poiché per gli stessi percepisce già l’Assegno unico universale.

Per ottenere la soglia di detassazione a 3 mila euro il lavoratore dipendente è tenuto a presentare all’azienda una dichiarazione in cui afferma di aver diritto alla misura, indicando il codice fiscale dei figli.

I datori di lavoro sono tenuti ad informare, laddove presenti, le rappresentanze sindacali unitarie. Il beneficio può comunque essere riconosciuto anche prima dell’invio dell’informativa ai sindacati, a patto che lo stesso avvenga entro la chiusura del medesimo periodo d’imposta.

Alla luce del DDL Bilancio ecco una tabella riepilogativa delle soglie di esenzione in vigore dal 2022.

soglie fringe benefit 2022

Fringe benefit 2024: detassazione anche per l’Irpef

Le soglie di detassazione in vigore per l’anno 2023 operano anche per i contributi previdenziali ed assistenziali a carico dell’azienda e del lavoratore.

Si può ipotizzare che lo stesso regime di esenzione opererà anche nel 2024. Di conseguenza, nei limiti di 1.000 / 2.000 euro i beni ceduti e i servizi prestati dal datore di lavoro saranno:

  • Esenti dai contributi che l’azienda è tenuta a versare all’Inps con modello F24;
  • Esenti dalle trattenute in busta paga che il lavoratore subisce a titolo di contributi a suo carico, che l’azienda poi versa all’Inps con F24.

Il superamento delle soglie citate, sulla falsariga di quanto avviene per l’Irpef, comporterà comunque l’assoggettamento a contribuzione dell’intero valore dei fringe benefit.

Quali sono i figli a carico per i fringe benefit

Ai fini non solo della soglia maggiorata dei fringe benefit ma altresì per fruire delle detrazioni fiscali, si considera fiscalmente a carico il figlio con un reddito non superiore a:

  • 2.840,51 euro, nella generalità dei casi;
  • 4.000 euro per i figli di età fino a 24 anni.

Per il calcolo del limite di reddito si deve tener conto delle somme che rientrano nel reddito complessivo dell’interessato, cui vanno aggiunti:

  • i canoni di locazione soggetti a cedolare secca;
  • il reddito di impresa o di lavoro autonomo assoggettati al regime forfettario;
  • la quota esente delle retribuzioni percepite all’estero dai frontalieri e da quanti lavorano a Montecarlo e a San Marino;
  • le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, oltre che dalla Santa Sede e da Enti gestiti direttamente dalla stessa.

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Foto copertina: istock/Parradee Kietsirikul