Cedolino pensioni 2025, cosa sono le Addizionali comunali e regionali? Calcolo, acconto e saldo

Una guida con esempi pratici per capire come si calcolano e pagano.

Paolo Ballanti 25/06/25

Nel comunicare ai pensionati e pensionate ogni mese l’arrivo del cedolino pensione, l’INPS ricorda sempre che, in aggiunta alle trattenute a titolo di imposta Irpef, sono presenti anche le rate delle addizionali regionali e comunali, che incidono sempre sugli importi degli assegni.

Si tratta di imposte locali che si sommano all’IRPEF e che variano da Regione a Regione, da Comune a Comune.
In parole semplici, sono piccoli prelievi che l’INPS effettua ogni mese per conto degli enti locali, in base al reddito dichiarato. Si pagano in due momenti: una parte come acconto, un’altra come saldo.

Nel 2025, queste trattenute continuano ad applicarsi come ogni anno. Ma quali sono gli importi? Chi è tenuto a pagarle? Come funzionano i calcoli e le rate? Rispondiamo in questa guida con esempi pratici.


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Indice

La tassazione delle pensioni

Le pensioni contributive si tassano sempre. Il Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) include tra i redditi rilevanti ai fini fiscali le “pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati” (articolo 49, comma 2, lettera a).

Per questo motivo le pensioni sono soggette, al pari dei redditi da lavoro dipendente, alla disciplina in materia di:

  • IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche, calcolata secondo gli scaglioni di imposta attualmente pari al 23%, 35% e 43% per cento, in base alle nuove aliquote Irpef 2025;
  • Detrazioni per redditi da pensione, il cui obiettivo è diminuire l’IRPEF lorda, determinata in base agli scaglioni sopra descritti;
  • Addizionali regionali e comunali.

Cosa sono le Addizionali?

Le addizionali sono imposte trattenute dall’INPS per conto dell’Erario sul reddito da pensione.

La denominazione stessa di addizionale indica che l’imposta è aggiuntiva rispetto all’IRPEF, quest’ultima calcolata applicando gli scaglioni di reddito al 23, 35 e 43 per cento.

A seconda dell’ente locale beneficiario dell’imposta si distingue tra:

  • Addizionale regionale;
  • Addizionale comunale.

Come si calcola l’Addizionale regionale?

L’addizionale regionale pesa sulle spalle dei pensionati per i quali, nell’anno di riferimento dell’imposta, risulta dovuta l’IRPEF, dopo aver sottratto le detrazioni e i crediti d’imposta per redditi prodotti all’estero.

Non sono interessati dall’addizionale regionale i contribuenti che:

  • sono soggetti all’IRES;
  • possiedono soltanto redditi esenti dall’IRPEF ovvero soggetti a imposta sostitutiva dell’IRPEF o tassazione separata (a meno che in quest’ultimo caso non esercitino l’opzione per la tassazione ordinaria);
  • possiedono un reddito complessivo cui corrisponde un’IRPEF che, al netto delle detrazioni e dei crediti d’imposta, non eccede i 12,00 euro.

Il calcolo delle addizionali regionali avviene applicando alla base imponibile (rappresentata dal reddito complessivo del contribuente rilevante ai fini fiscali) l’aliquota definita dalla singola regione, tra l’1,23 e il 3,33 per cento.

In sede di conguaglio di fine anno (a dicembre) essendo noto il reddito complessivo totalizzato dal pensionato, si determina l’ammontare dell’addizionale di competenza della medesima annualità, da trattenere nell’anno successivo, in undici rate mensili di pari importo, da gennaio a novembre.

Ad esempio, in sede di conguaglio di fine anno 2024 (cedolino di pensione di dicembre) l’INPS ha calcolato l’ammontare dell’addizionale regionale, in ragione dei redditi totalizzati dal pensionato da gennaio a dicembre dello stesso anno 2024.
Il recupero della somma in questione avviene in undici rate mensili di pari importo nei cedolini di pensione da gennaio a novembre 2025.
Ipotizziamo il caso di un pensionato che percepisce nel 2024 redditi di pensione tali che, applicando l’addizionale dell’Emilia-Romagna, risulta un importo complessivo di 666 euro, da trattenere nell’anno successivo.

Pertanto, nei cedolini di pensione da gennaio 2025 a novembre 2025 l’interessato subisce una trattenuta pari a 666,00 / 11 = 60,55 euro mensili a titolo di addizionale regionale a debito anno 2024.

Come si calcola l’Addizionale comunale?

Al pari delle addizionali regionali, l’imposta comunale è dovuta dai pensionati per i quali risulta un’IRPEF a loro carico, una volta sottratte le detrazioni e l’eventuale credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero.

Con riguardo alle cause di esclusione vale quanto già descritto per l’addizionale regionale.
La modalità di calcolo dell’imposta avviene secondo un meccanismo di acconto – saldo, applicando al reddito complessivo del contribuente l’aliquota deliberata dal singolo comune.

L’acconto dovuto per l’anno corrente (2025) si calcola assumendo a riferimento il 30 per cento dell’addizionale, quale risulta applicando al reddito dell’anno precedente (2024) l’aliquota vigente nella stessa annualità.

Il recupero dell’acconto 2025 si concretizza in nove rate mensili di pari importo, trattenute sui cedolini di pensione da marzo 2025 a novembre 2025.

In sede di conguaglio di fine anno 2025 si determina l’ammontare effettivo dell’addizionale, in base ai redditi totalizzati da gennaio a dicembre. Una volta calcolata l’imposta, da questa si scomputa l’acconto già trattenuto nell’anno corrente.

Il saldo addizionale comunale è recuperato dall’INPS nel 2026 in undici rate mensili di pari importo, da gennaio a novembre.

La certificazione unica Inps

All’interno della Certificazione Unica (CU) resa disponibile dall’INPS nella citata piattaforma “Cedolino pensione” (accessibile con le credenziali SPID, CIE o CNS) vengono riportate le somme complessivamente dovute a titolo di:

  • addizionale regionale saldo;
  • addizionale comunale saldo;
  • acconto addizionale comunale;

quali risultano dal conguaglio fiscale di fine anno.

Ad esempio nella CU 2025, di competenza dei redditi 2024, vengono riportate nella sezione “Ritenute” le seguenti voci:

  • addizionale regionale 2024, a saldo (recuperata da gennaio 2025 a novembre 2025);
  • addizionale comunale 2024, a saldo (recuperata da gennaio 2025 a novembre 2025);
  • acconto addizionale comunale 2025, trattenuto da marzo 2025 a novembre 2025;
  • acconto addizionale comunale 2024, già trattenuto nell’annualità precedente da marzo 2024 a novembre 2024.

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Foto copertina: istock/PeopleImages

Paolo Ballanti

Dopo la laurea in Consulente del Lavoro, conseguita all’Università di Bologna nel 2012, dal 2014 si occupa di consulenza giuslavoristica ed elaborazione buste paga presso un’associazione di categoria in Ravenna. Negli anni successivi alla laurea ha frequentato tre master: El…Continua a leggere