Pensioni 2021: cosa cambia per l’utilizzo della Pensione anticipata

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La Legge di Bilancio 2021 (L. n. 178/2020) ha introdotto, per le Pensioni 2021, e in particolare in tema di pensione anticipata, alcune importanti novità. Infatti, il Governo non si è limitato esclusivamente a prorogare, per il 2021, sia l’Ape sociale che il sistema Opzione donna ma ha differito l’opportunità di accedere all’isopensione, fino al 31 dicembre 2023, e ha abbassato, per il solo 2021, la soglia d’accesso al contratto di espansione. Entrambe le misure, infatti, terminavano la loro operatività il 31 dicembre 2020. Sul fronte “quota 100”, invece, ossia il meccanismo previdenziale che consente di andare in pensione in via anticipata con almeno 38 anni di contributi, insieme a almeno 62 anni d’età, il Governo (attualmente) non prevede alcun rifinanziamento. Pertanto, la misura dovrebbe terminare la sua corsa a fine di quest’anno. Quindi, rimane ancora un anno di tempo, ossia fino al 31 dicembre 2021, per poter sfruttare quest’ultima modalità di pensionamento.

Queste, come noto, sono tipologie di pensionamento alternative alla classica pensione anticipata, la quale si raggiunge maturando esclusivamente un determinato numero di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Ma andiamo in ordine e vediamo nello specifico come cambia la pensione anticipata 2021. Ecco tutti quello che c’è da sapere.

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Pensioni 2021: la pensione anticipata

Come appena anticipato, il modo ordinario per andare in pensione è la classica pensione anticipata. Essa può essere raggiunta al perfezionamento del solo requisito contributivo indipendentemente dall’età anagrafica del beneficiario.

Per l’anno 2021, infatti, la pensione anticipata può essere chiesta solamente al raggiungimento dei seguenti requisiti:

  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Attenzione però: per effetto del D.L. n. 4/2019 (cd. “Decretone”), convertito con modificazioni in L. n. 26/2019, l’erogazione del primo assegno pensionistico è differito di 3 mesi a causa dell’applicazione della cd. “finestra mobile”. Questo significa che una volta raggiunti i predetti requisiti contributivi, occorre aspettare altri 3 mesi per ricevere il primo cedolino pensionistico.

Questo peggioramento delle condizioni di pensionamento, però, è accompagnato allo stesso tempo dalla cancellazione delle norme riguardanti l’adeguamento alla speranza di vita che fanno slittare la pensione ogni biennio. Come noto, i requisiti pensionistici sono sottoposti all’adeguamento alla speranza di vita che, in via generale, porta più in là nel tempo il pensionamento. Ora, sempre grazie al predetto “Decretone”, il blocco alla speranza di vita è posto fino al 31 dicembre 2026. Quindi dal 1° gennaio 2027, riprenderà l’incremento dei requisiti anagrafici e contributivi.

È bene tenere presente che tali requisiti valgono sostanzialmente, sia nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (cioè nei confronti dei lavoratori che rientrano nel cd. “sistema misto”) sia nei confronti dei lavoratori il cui primo contributo versato è successivo al 31 dicembre 1995 (e che, quindi, hanno diritto alla liquidazione del trattamento pensionistico interamente con il sistema contributivo).

Pensioni 2021: pensione anticipata nel sistema contributivo puro

Per i lavoratori che hanno versato i contributivi interamente nel sistema contributivo, esiste una via alternativa di pensionamento. Questi ultimi, infatti, possono ottenere la pensione anticipata, qualora più favorevole, al compimento di 64 anni, alle seguenti condizioni:

  • risultino versati e accreditati almeno 20 anni di contribuzione “effettiva”;
  • l’ammontare della prima rata di pensione risulti non inferiore ad un importo soglia mensile pari a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale (che per l’anno 2021 è pari a 1.288,78 euro).

Con questa modalità di pensionamento, inoltre, il requisito anagrafico è soggetto agli adeguamenti alla speranza di vita (a differenza della pensione anticipata) e continuerà, ogni biennio, ad essere incrementato. Tuttavia, non si applica alcuna finestra di slittamento nell’erogazione del rateo pensionistico.

Bisogna tenere presente, altresì, che ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è sempre valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata a favore dell’assicurato.

Pensioni 2021: lavoratori precoci

Nell’ambito della pensione anticipata, esistono poi categorie di soggetti, considerati “svantaggiati”, che possono ottenere la pensione in anticipo versando meno contributi. Stiamo parlando, in particolare, dei cd. “lavoratori precoci”.

Questi ultimi possono andare in pensione maturando solamente 41 anni di contributi, e vale sia per donne che per uomini. A tal fine è necessario:

  • aver svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età.

Da tenere presente che anche i lavoratori precoci devono attendere la finestra mobile di 3 mesi dalla maturazione del predetto requisito.

Pensioni 2021: quota 100

Come anticipato in premessa, è ancora possibile per quest’anno andare in pensione con “quota 100”. Infatti, la sua operatività terminerà il 31 gennaio 2021. Per poter accedere a “quota 100” occorre avere almeno:

  • 38 anni di contributi;
  • 62 anni d’età anagrafica.

Il trattamento previdenziale è accessibile anche mediante:

  • l’esercizio della facoltà di opzione di cui all’art. 1, co. 23, della L. 8 agosto 1995, n. 335;
  • l’esercizio della facoltà di computo di cui all’articolo 3 del D.M. 2 maggio 1996, n. 282.

Pensioni 2021: opzione donna

Tra le novità della Legge di Bilancio 2021 figura la proroga, per il 2021, dell’opzione donna. Si tratta di un meccanismo di pensionamento, rivolto alle sole donne sia autonome che dipendenti, che maturano almeno 35 anni di contributi. Oltre ai contributi occorre essere in possesso di un’età anagrafica pari a:

  • 58 anni d’età nel caso delle lavoratrici del settore privato;
  • 59 anni d’età nel caso delle lavoratrici del settore autonomo.

Anche qui si applica il meccanismo della finestra mobile in base al quale l’erogazione avviene dopo:

  • 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti;
  • 18 mesi per le autonome.

Pensioni 2021: ape sociale

Analoga proroga si è avuta con l’ape sociale, ossia il meccanismo di pensionamento rivolto a particolari lavoratori meritevoli di tutela che raggiungano almeno 63 anni di età, oltre a 30 anni di contributi. Possono accedervi:

  • disoccupati;
  • invalidi (superiore o uguale al 74%);
  • caregivers
  • addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).

Pensioni 2021: isopensione

Altra modalità di pensionamento anticipata è l’isopensione, inizialmente introdotta dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012), e successivamente modificata dall’art. 1, co. 160, della L. n. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018). Esso consente alle aziende e ai lavoratori di anticipare, di comune accordo, la risoluzione del rapporto di lavoro. Interessa esclusivamente le aziende con un organico medio che superi i 15 dipendenti. Inoltre, è assolutamente necessario che tra azienda, INPS e sindacati sia raggiunto un accordo di esodo.

L’anticipo può avvenire fino a 7 anni. La recente Legge di Bilancio ha prorogato tale misura fino al 31 dicembre 2023.

Pensioni 2021: contratto di espansione

Ultimo metodo per anticipare la pensione è il contratto di espansione, recentemente rivisto dalla Legge di Bilancio 2021. Pensato inizialmente per le grandi imprese con almeno 1.000 dipendenti, il contratto di espansione intende sostenere l’innovazione tecnologica all’interno del tessuto produttivo italiano tramite un mix di misure che comprendono:

  • un piano di assunzioni di risorse umane qualificate e specializzate, in possesso delle competenze necessarie all’impresa per restare competitiva;
  • scivoli per la pensione fino a 5 anni, per quei lavoratori che accettano la proposta,
  • riduzione dell’orario di lavoro (fino al 30%) con accesso alla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori che non hanno i requisiti per accedere allo scivolo;
  • un piano di formazione per i dipendenti le cui skill necessitano di aggiornamenti, soprattutto sul fronte tecnologico.

Per il solo 2021 la Manovra Finanziaria abbassa la soglia di accesso allo strumento, da 1.000 a 500 dipendenti. La soglia scende invece a 250 dipendenti per le aziende che associno alle nuove assunzioni uno scivolo per i lavoratori più vicini alla pensione.

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Daniele Bonaddio

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