Pensioni 2015: vs flessibilità anche Scelta Civica, sindacati “inammissibile”

Redazione 18/09/15
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A seguito dell’ulteriore arresto arrivato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, all’introduzione nella legge di Stabilità per il 2016 della flessibilità pensionistica, proseguono le mobilitazioni di Cgil, Cisl e Uil per risolvere la questione esodati e l’Opzione Donna. A favore di una maggiore flessibilità si schiera anche il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, che parla di una riforma improcrastinabile, ricordando inoltre come il mancato intervento, peraltro largamente annunciato dallo stesso premier Matteo Renzi, per cambiare la riforma Fornero abbia già comportato una spesa di 12 miliardi di euro per i vari provvedimenti di salvaguardia per gli esodati.

Si schierano, invece, dalla parte del ministro Padoan, che aveva spiegato mercoledì alla Camera come il Governo non intenda apportare modifiche strutturali alla legge Fornero, lasciando invece aperte possibili soluzioni per la questione esodati, anche i rappresentanti di Scelta Civica. Il partito centrista, come ovvio, condivide la decisione di non intervenire sulla riforma delle pensioni, dando invece prioprità ad inteventi mirati alla diminuzione della pressione fiscale per aumentare la crescita, aiutando così anche chi è privo di un lavoro o di una pensione. Consentire a chi un lavoro già ce l’ha di poter scegliere di andare in pensione con tempi anticipati, sempre secondo Scelta Civica, sarebbe uno sbaglio che farebbe lievitare drasticamente la spesa pubblica.

Intanto, fanno sapere le tre sigle sindacali: “Il 22 settembre saremo nuovamente in piazza per tutelare gli esodati. Lo saremo fino a quando sarà necessario”. A dichiararlo, il segretario confederale dell’Ugl – Unione Generale del Lavoro, Fiovo Bitti, il quale precisa anche che “la mobilitazione continua ed anzi si rafforza dopo le parole del ministro Padoan il quale, di fatto, ha escluso ogni intervento strutturale sulla riforma Fornero, lasciando soltanto uno spiraglio minimo sulla settima salvaguardia. Riteniamo che ciò sia inaccettabile” ha ribadito Bitti, chiedendo a nome delle migliaia di “lavoratori maturi costretti, loro malgrado, a rimanere a lavoro o, peggio ancora, a restare senza stipendio né pensione”, risposte diverse e concrete.

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