Il Parlamento europeo ha, infatti, approvato una direttiva con la quale impone agli Stati membri di introdurre nei propri ordinamenti una nuova libera utilizzazione in forza della quale biblioteche accessibili al pubblico, istituti di istruzione, musei o archivi che non tendono ad alcun vantaggio economico o commerciale, diretto o indiretto, istituti per il patrimonio cinematografico e sonoro che operano senza scopo di lucro nonché le emittenti di servizio pubblico potranno riprodurre, digitalizzare indicizzare, catalogare e mettere a disposizione del pubblico tutte le opere orfane ovvero quelle in relazione alle quali nessuno dei titolari è stato individuato o rintracciato.
La Direttiva, peraltro, al fine di promuovere tale genere di riutilizzo delle opere orfane da parte dei citati istituti ha altresì stabilito che questi ultimi potranno generare entrate attraverso l’utilizzo delle opere purché al solo scopo di coprire i costi sostenuti per la digitalizzazione e per la messa a disposizione delle stesse.
Centrale nel sistema immaginato dalla nuova direttiva per la promozione ed il rilancio della cultura europea attraverso la massimizzazione della circolazione online delle opere orfane sarà il tema dei sistemi e delle modalità attraverso cui procedere alla ricerca di eventuali titolari di diritti sulle opere medesime interrogando i numerosi archivi gestiti da una pluralità di soggetti.
Tutte le c.d. “ricerche diligenti” svolte ai fini della classificazione di un’opera come orfana, dovranno essere salvate in un unico database centrale tenuto dall’ufficio per l’armonizzazione del mercato interno.
Se la Direttiva – che dovrà essere recepita nei Paesi membri entro il 29 ottobre 2014 avrà il successo sperato, si compirà un grande passo avanti in termini di accessibilità al patrimonio culturale europeo.
Nei mesi che verranno, sarà, pertanto, importante vigilare sulla corretta attuazione della Direttiva nel nostro Paese.
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