Il tesoriere dal canto suo ha cercato di chiarire subito che non c’è niente di illegale in quel che ha fatto, che le regole, almeno in apparenza, sono state rispettate anche se visti i tempi che corrono il governo francese non ci fa una gran figura, al punto tale che l’opposizione indignata ne chiede le dimissioni immediate. La posizione poi si aggrava se si pensa che anche Jerome Cahuzac, l’uomo del rigore e della lotta all’evasione fiscale, tre giorni fa ha candidamente dichiarato di aver avuto per oltre vent’anni un conto illecito in Svizzera prima e a Singapore poi.
La Francia è a dir poco shockata dall’accaduto e mentre nelle radio risuona la voce di Augier che dice ” non capisco tutta questa emozione, non ho commesso reati” è visibile la rabbia della gente che si sente ingannata e tradita, emerge quindi nettamente lo scollamento tra opinione pubblica e l’establishment.
Augier ha 59 anni ed è editore della rivista culturale Books e del magazine della comunità Lgbt Tetu, ed ha dichiarato che in realtà è stato il suo socio cinese a fargli espressa richiesta di basare le due società alle Cayman. “I guadagni sono stati comunque tutti denunciati al Fisco francese, non ho tratto alcun vantaggio e posso dimostrarlo in qualsiasi momento” ha dichiarato Augier, c’è di più, ha tentato addirittura l’acrobazia mediatica dichiarando che le due società con i conti offshore alle Cayman sono legate all’editoria francese quindi “promuovono la cultura francese all’estero”.
Hollande per il momento si cautela e trincera dietro ai “non sapevo” ma è evidente che questa situazione comporterà delle conseguenze, l’immagine del governo francese, purtroppo, rimane segnata. In questo scandalo sono coinvolti anche degli italiani, sarebbero infatti almeno 200 i cittadini dello stivale che rientrano nelle 120 mila società create nei vari paradisi fiscali di cui si è venuto a conoscenza.
Fra i nomi più illustri dei nostri concittadini spicca quello di Gaetano Terrin, commercialista che ha fatto la gavetta nello studio dell’ex ministro delle finanze Giulio Tremonti, Fabio Ghioni, ex hacker professionista e “cervello” di quel Tiger team protagonista delle intercettazioni illegali e delle intrusioni informatiche partite dalle strutture di Telecom Italia, oltre alla famiglia Severgnini, socia di Mediobanca sin dai tempi di Cuccia oltre che ad essere erede del mitico Guido, l’ex socio di studio del bancarottiere Michele Sindona.
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