Tra i principali punti contenuti nella mozione rientrano le richieste di cui l’Italia si farà portavoce in sede di Consiglio Ue:
1) sì al Piano europeo per la crescita che prevede lo stanziamento di circa 130 miliardi di euro (l’1% del Pil dell’Unione);
2) sostegno all’introduzione della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie;
3) costituzione dello “scudo anti-spread” impiegando i capitali dell’Efsf, che presto verrà sostituito dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità);
4) previsione di forme per l’avvio di una mutualizzazione del debito europeo.
Su tutti i punti ci sarebbe (il condizionale è d’obbligo) comunanza di vedute tra i principali Paesi membri, eccettuato sul quarto che vede l’aperta ostilità della Germania (giusto ieri l’ultima pesante chiusura del Cancelliere Merkel in merito: “Mai condivisione del debito finché vivrò”).
La mozione non è stata sottoscritta dal Popolo delle Libertà perché in questo momento, stando alle parole di Fabrizio Cicchitto, “non aiuta il Governo”. Tuttavia, il capogruppo del PdL alla Camera ha detto che il suo partito è disposto a votarla “per senso di responsabilità”.
La decisione del PdL è stata definita “incomprensibile” dai tre gruppi parlamentari (PD, UdC e FLI) che hanno presentato la mozione.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento