Monti e Lombardo: le dimissioni e il rischio di default in Sicilia

Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto, e la montagna, alias Mario Monti, si è mossa. Dopo le preoccupanti dichiarazioni del numero 2 di Confindustria, Ivan Lo bello “La Sicilia rischia di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per garantire a se stesse l’impunità” il premier Monti non si è potuto esimere dallo scrivere una lettera al governatore della regione Sicilia Raffaele Lombardo.

“Le soluzioni che potrebbero essere prospettate per un’azione da parte dell’Esecutivo non possono non tener conto della situazione di governo a livello regionale ma anzi devono essere commisurate ad essa, in modo da poter utilizzare gli strumenti più efficaci e adeguati” così si legge nella nota proveniente da Palazzo Chigi, un garbato giro di parole con il quale si chiede, ne più e ne meno, la testa, politica, di Lombardo che intanto cerca di dissimulare la tensione dello scenario, rilasciando pittoresche interviste al programma radiofonico La zanzara in cui dichiara che “Mi dedicherò all’agricoltura e coltiverò anche la marijuana, so che è illegale ma pazienza […] non farò mai più politica. Ormai è una cosa che appartiene al passato, non mi candiderò più a niente”.

Al di la del buono o cattivo gusto dell’ironia del governatore la realtà dei fatti è piuttosto preoccupante per la Sicilia e, soprattutto, per i suoi abitanti che rischiano default, commissariamento ed il probabile crac economico; uno scenario drammatico in un momento già molto difficile per l’intero Paese. In sostanza, proprio perché la situazione non sfugga ulteriormente di mano e gli indugi non si rivelino fatali, Monti ha deciso di guardare personalmente dentro l’isola più grande del Mediterraneo anche se questo non ha ottenuto reazioni necessariamente entusiaste.

Si sono rivelati favorevoli alla scelta di Monti di scrivere una lettera a Lombardo, e di convocarlo a palazzo Chigi per martedì 24 luglio,  l’assessore regionale all’Economia della Sicilia, Gaetano Armao che ha dichiarato “la richiesta del premier Monti fatta al presidente Lombardo di confermare le sue dimissioni è una richiesta più che legittima, fa parte dell’interlocuzione interistituzionale”. Fanno eco alle parole dell’assessore quelle del segretario dell’Ufficio di Presidenza del Senato, Simona Vicari la quale afferma “condivido l’iniziativa del presidente del Consiglio Monti”.

Di tutt’altro avviso, invece, il vicepresidente dei deputati e coordinatore siciliano di Fli, Carmelo Briguglio, che parla di “gaffe istituzionale” mentre è molto più esplicito  il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio che sostiene che la lettera del presidente del consiglio sia “irrituale e viola le regole fondamentali dell’autonomia regionale e della democrazia politica”. Speriamo, quindi, che presto questa nebulosa intorno ai conti siciliani si dissolva e restituisca dignità e forza ad una terra troppe volte piegata dall’onta del disonore e della calunnia, e auguriamoci che l’unica Grecia alla quale possa assomigliare sia la Magna, quella dei suoi illustri antenati d’oltre mare.

Alessandro Camillini

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