Con esso anche la sospensione per il 2016 della “tassa sui licenziamenti”, cioè il contributo Naspi richiesto all’imprenditore che subentra in un appalto e riassorbe i dipendenti dell’azienda uscente applicando, quindi, le clausole sociali.
L’Ancl – Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, ha sempre considerato questo specifico finanziamento della Naspi un esborso inutile dato che i lavoratori di fatto non restano disoccupati nemmeno un giorno, e come sindacato si era spesa per ottenerne, come successo, la sospensione anche per il 2016.
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Ecco il commento del presidente nazionale Ancl Francesco Longobardi:
“È una grande soddisfazione per l’Ancl, che ha saputo opporre nelle sedi opportune le proprie ragioni sostenute da rilievi tecnici e di opportunità. I consulenti del lavoro hanno saputo rendersi interpreti del forte dissenso di imprese e datori di lavoro, nel silenzio assordante delle loro associazioni di rappresentanza”.
“È l’ennesima dimostrazione del ruolo di raccordo dei consulenti del lavoro tra i settori produttivi ed il legislatore, – ha proseguito Longobardi – al quale va dato atto di aver immediatamente compreso la problematica, pur se la sospensione del contributo ha un peso economico rilevante. Lavoreremo adesso affinché l’abolizione di questa tassazione diventi strutturale e definitiva”.
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