Meteo, terremoti, catastrofi: previsioni più precise con i nuovi supercomputer

Redazione 21/11/15
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La sfida del futuro si chiama Exascale computer, una macchina  in grado di eseguire miliardi di miliardi (1018) di operazioni di calcolo al secondo.

La Commissione Europea, nell’ambito di Horizon 2020, partecipa alla sfida con un contributo di 2,8 milioni di euro destinato al progetto ExaHype (An Exascale Hyperbolic PDE Engine), al quale lavora un team interdisciplinare di scienziati, provenienti da Germania, Italia, Regno Unito e Russia.  Per l’Italia partecipa l’Università di Trento con il Laboratorio di matematica applicata, coordinato dal professor Michael Dumbser. L’idea è di sviluppare entro il 2020 un nuovo software di simulazione per leggi di conservazione, capace di sfruttare la potenza dei supercomputer di nuova generazione.

Gli tsunami, i terremoti, la fusione nucleare, il meteo, le esplosioni di raggi gamma e i processi di combustione sono accumunati da una formulazione matematica universale e  sono gli ambiti di applicazione dei supercomputer, che verificano le teorie mettendo il relazione tra loro i dati raccolti nella fase sperimentale e producono modelli sempre più complessi e precisi.

Le possibili applicazioni riguardano la geofisica e l’astrofisica. Potrà essere calcolato il rischio associato ai terremoti, che però non possono essere previsti. Ma le simulazioni di un exascale supercomputer potrebbero aiutare a valutare i rischi di scosse di assestamento. “Le simulazioni su base regionale – spiega il professor Dumbser – sembra consentano una migliore comprensione di cosa avvenga durante i terremoti su larga scala e nella fase successiva di assestamento.»

Si cerca inoltre di mantenere l’algoritmo più generale e aperto possibile a future applicazioni anche in altri ambiti, come quello meteorologico, per simulare l’andamento dei fenomeni climatici e meteorologici, o nella previsione di catastrofi naturali come gli tsunami o le maree.

Possiamo vedere nel futuro solo per un piccolo tratto, ma possiamo pure vedere che in questo piccolo tratto c’è molto da fare.
Alan Turing

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