Legge di stabilità 2015: tutti i dubbi dell’Europa sulla manovra

Redazione 23/10/14
La legge di stabilità 2015 è destinata a soffrire ogni passaggio. Appena ricevuto l’ok dalla Ragioneria di Stato, che ha certificato la disponibilità delle risorse per la realizzazione degli obiettivi di bilancio, arriva l’altolà di Bruxelles, con la lettera che chiede chiarimenti al governo italiano in base alle prospettive indicate nella finanziaria.

A rendere nota la missiva, è stato lo stesso Ministero dell’Economia, che non ha dunque fatto mistero delle perplessità in sede europea sulla legge di stabilità, assicurando di rispondere alla lettera nell’arco di 24 ore.

Naturalmente, a finire sotto la lente di Bruxelles è la modifica degli obiettivi di risparmio operata dal governo Renzi, che ha voltato le spalle al rigore comunitario, per intraprendere quella che i tecnici Ue chiamano una “deviazione significativa”.

A questo proposito, la Commissione europea appena insediata, chiede al governo italiano le modalità attraverso cui, con le nuove politiche di bilancio e l’aumento di spesa per assicurare i propositi della finanziaria, intenderà prestare fede agli impegni assunti in sede continentale sui propri parametri economici.

La lettera è firmata dal neo vicepresidente della commissione Juncker appena insediata, Jyrki Katainen, che ha spedito altre quattro raccomandazioni identiche anche a Francia, Austria, Slovenia e Malta.

Dunque, tra i big, è la Francia con la gestione Hollande ad aver rotto nettamente l’asse tra Merkel e Sarkozy degli anni scorsi, avvicinandosi così a Paesi come Spagna e Italia sulle politiche economiche e il rispetto dei vincoli di Bruxelles.

Il nodo deficit

Naturalmente, la questione è tutta nel rispetto dei vincoli di deficit. Da notare, come il budget italiano preveda una correzione “solo” dello 0,1% del Pil per quanto riguarda il deficit strutturale, da cui proverranno la maggior parte delle risorse per l’imminente legge di stabilità. La norma europea dice che gli obiettivi di saldo devono essere compresi tra un deficit strutturale dello 0,5% del Pil. A questo proposito, sono attese le chiarificazioni del Mef entro breve, ma è probabile che alla fine Bruxelles bocci comunque la manovra Renzi-Padoan.

Vai alla lettera della Commissione europea

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