Legge di stabilità 2015: Iva al 22% sul pellet. Cosa c’è di vero

Redazione 26/12/14
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Scaldarsi in casa costerà davvero di più? Tra le novità più discusse degli ultimi giorni in legge di stabilità, figura certamente anche l’aumento Iva sui combustibili a pellet. Cosa c’è di vero? Si tratta di una reale modifica della legge oppure una bufala circolata su internet e altri canali di informazione?

La voce si è diffusa con insistenza nei giorni scorsi, con la manovra che arrivava, sotto forma di maxiemendamento, nella tardissima notte – o mattino – di Sabato, intorno alle ore 4, con voto definitivo alle 4.40.

Non appena la novità è cominciata a circolare tra telegiornali, stampa e social network, si è subito scatenata la rabbia delle tantissime famiglie che utilizzano le stufe alimentate a pellet per scaldare la propria casa nell’inverno appena cominciato. Cosa c’è di vero nel diffondersi di queste voci? Davvero l’imponibile su questo tipo di combustibile è aumentata o si tratta di notizie poco veritiere? Vediamo

La modifica dell’Iva al pellet: realtà o finzione?

Purtroppo, per tutti gli utenti di questo genere di riscaldamento, è tutto vero. Secondo quanto si legge nel testo definitivo della legge di stabilità 2015 pubblicata in Gazzetta, infatti, al punto 710 del maxiemendamento (articolo unico) alla manovra

“Al n. 98) della tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, dopo le parole: «compresa la segatura» sono inserite le seguenti: «, esclusi i pellet».”

La norma richiamata dalla finanziaria, che escluderebbe i pellet, è il decreto di istituzione e disciplina dell’Imposta sul Valore aggiunto che, alla Tabella A, specifica quali siano le materie e i beni soggetti all’aliquota minima.

Così, se la segatura rimane soggetta a Iva del 4%, l’esclusione dei pellet catapulta direttamente questa forma di alimentazione di stufe e caldaie al 22%, il valore ordinario dell’Iva per l’acquisto di beni e servizi.

Le lamentele delle tante famiglie e associazioni di categoria che stanno protestando contro questo aumento, dunque, sono più che legittime: uno dei combustibili più economici, improvvisamente, a partire dal primo gennaio, diventerà ben più caro. La sua convenienza, che ha portato molte famiglie a dotarsi di macchinari per il riscaldamento alimentati a pellet, subirà dunque una drastica ridimensionata, con probabili effetti anche sull’intero mercato di settore.

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