Lavoratori domestici, contributi Aspi incentivo a contratti più lunghi

Redazione 18/03/13
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Aspi e legge Fornero, anche il lavoro domestico non è esente. Dopo il turbinio di riforme che hanno riguardato il comparto lavorativo, aperte dalla norma quadro approvata l’estate scorsa, anche le collaboratrici a domicilio costeranno più care ai loro committenti.

Secondo la riforma del lavoro, infatti, onde finanziare la nuova indennità di disoccupazione, partita lo scorso primo gennaio e nota con il nome di Aspi o mini Aspi, anche i rapporti di collaborazione domestica sono soggetti a un incremento dei contributi pari all’1,4%.

Si tratta di una delle novità sicuramente meno gradite per la regolarizzazione dei lavoratori – ma sarebbe meglio dire delle lavoratrici – che prestano servizio nel domicilio del proprio datore di lavoro. Resta, comunque, la possibilità di trasformare il contratto a tempo indeterminato, purché sia entro sei mesi dalla scadenza del rapporto precedente: in questo modo, al datore di lavoro verrebbe restituito un importo pari proprio a sei mesi di versamenti.

Va sottolineato, infatti, che l’orientamento generale della legge Fornero, anche per i rapporti subordinati con svolgimento della prestazione in ambito familiare, tende verso una minore flessibilità dei contratti operati.

Non va dimenticato, comunque, che negli ultimi mesi alla legge sul lavoro è seguita anche la sanatoria 2012, che ha visto nel fenomeno delle colf il vero bacino d’interesse, con la quasi totalità di domande inoltrate assimilabili alle collaboratrici domestiche. Le stime definitive, infatti, parlando di 116mila istanze di regolarizzazione su poco più di oltre le 130mila pervenute al Ministero nelal finestra di 30 giorni aperta tra settembre e ottobre.

Altra modifica sostanziale nelle abitudini tra datori di lavoro e occupazioni domestiche, è quella di obbligare all’utilizzo dei voucher come metodo di pagamento entro il prossimo 31 maggio (purché acquisiti entro il 18 luglio scorso, data, cioè, dell’approvazione definitiva della riforma Fornero).

Il buono potrà essere ritenuto valido solo in presenza di un rapporto di lavoro che non oltrepassi le 500 ore annuali e ciascuno di essi deve essere relativo a una singola ora retribuita.

Infine, capitolo licenziamenti: non deve essere calcolato alcun ticket sulle interruzioni dei rapporti (previsti sulla fine dei rapporti a tempo indeterminato, escluse dimissioni) dal momento che, a norma della legge Fornero, questa regola non è applicabile ai lavori casalinghi.

 

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