Saranno infatti le realtà parentali, conviventi sotto lo stesso tetto, l’unità di misura del nuovo parametro di reddito, che avrà nella Dichiarazione unica sostitutiva il lasciapassare per il riconoscimento di agevolazioni fiscali e bonus sulle prestazioni assistenziali.
Ecco, allora, perché il secondo nome dell’Isee non è altro che “riccometro”, cioè quel dispositivo azionato dalle istituzioni politiche e fiscali per stanare una volta per tutte i furbetti che si giovano di sconti per l’accesso ai servizi, o ancora di buoni per l’acquisto agevolato di libri o altro materiale di prima necessità, pur senza averne il diritto a norma di legge.
Il nuovo Isee, nato ormai un anno fa e rimasto in “congelatore” fino a oggi, in attesa proprio della pubblicazione della Dichiarazione unica sostitutiva, è infatti finalizzato a rimuovere le rimanenti sacche di ingiustizia sociale, con i più benestanti che figurano a basso reddito, mentre i reali bisognosi rischiano di restare fuori dai bonus a causa loro.
QUI TUTTE LE INFORMAZIONI PER CALCOLARE IL NUOVO ISEE
Rispettando le indiscrezioni, la nuova Dsu si compone di due moduli, necessari per accertare il diritto a gran parte delle prestazioni, più altri sei campi a scendere, che riguardano alcune specifiche situazioni e collegate prestazioni di cui un nucleo famigliare potrebbe presentare necessità.
Nello specifico, le sezioni coinvolte sono il diritto allo studio universitario, le prestazioni ai minorenni in caso di genitori non sposati, le prestazioni socio assistenziali di ricovero, le persone con disabilità, i soggetti collegati a dottorati di ricerca, la presenza di persone non autosufficienti ed esonerate dalla dichiarazione dei redditi.
Qui il testo del decreto di approvazione
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