Il sodalizio umano è fatto di nubili e di celibi

Angela Bruno 20/02/11
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La Corte di Cassazione, prima sezione civile, con decisione n. 3572, depositata il 14 febbraio, si è espressa positivamente sulle adozioni dei single, purché siano presenti due presupposti:
– l’intervento del legislatore
– il concorso di particolari circostanze.

Si afferma che “a proposito dell’adozione legittimante l’art. 6 della legge n. 184 pone il principio conformatore dell’istituto secondo il quale tale adozione è consentita solo “a coniugi uniti in matrimonio”, avendo finora ritenuto il legislatore tale statuizione opportuna e necessaria nell’interesse generale dei minori: solo in presenza del quale l’art. 25, una volta che l’affidamento preadottivo abbia avuto già corso in conformità del principio stabilito dall’art. 6 ponendo in essere di fatto vincoli genitoriali con una coppia unita in matrimonio, autorizza l’adozione nonostante il sopravvenire della morte o della separazione di uno dei coniugi nel corso del procedimento” (…) fermo restando che (…) il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’adozione legittimante”.

Da tempi remoti si discute se la famiglia legittima sia l’unico modello idoneo a garantire l’interesse generale del minore e, nel far questo, ci si è preoccupati delle sorti del matrimonio che, a parere di molti, dev’essere “tenuto in onore da tutti” (Lettera agli Ebrei, cap. 13), anche a scapito dei diritti dei singoli.

E’ emblematica, a tale proposito, anche l’odierna sentenza che, con il solito copione, recita la stessa allusione: la persona non unita in matrimonio, fatte salve alcune “particolari circostanze” (purchè intervenga il legislatore), non dà garanzie.

Credo che non dovremmo farci impressionare da solenni parole, specie se non convincono.

Il sodalizio perfetto non è quel modello di famiglia che considera i single degli intrusi da mettere alla porta.

Passi pure la necessità dell’intervento del legislatore, ma le “particolari circostanze” dovrebbero suscitare forti dubbi, specie se non chiarite o, peggio ancora, se collegate ad avvenimenti dolorosi.

Alle parole, ma soprattutto agli affetti, dovremmo dare un senso, ripulendole da tutte le ambiguità.

Il sodalizio umano è fatto di nubili e di celibi.

Ognuno è madre, padre, sorella e fratello se degno di fiducia, di amore e di amicizia.

Se il legislatore tenesse conto di ciò farebbe cosa buona.

Angela Bruno

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