Lo Stato, entro due anni (e quindi non più uno come era in precedenza) dal risarcimento dovrà esercitare l’azione di rivalsa nei confronti del magistrato e può chiedere la metà della retribuzione annua dello stipendio anziché un terzo, come era previsto adesso. L’emendamento inoltre cancella le parole “grave violazione” e “negligenza inescusabile”, sostituite da “violazione manifesta della legge e del diritto comunitario”.
Ma come ha reagito la Politica? La maggioranza è divisa: al Senato la commissione Giustizia con i voti di PdL, Lega e Cn ha infatti dato parere favorevole al testo, nonostante il ‘no’ di Pd e Idv. La commissione si è pronunciata contro la responsabilità civile diretta della toga, ma il magistrato, secondo il parere passato con i voti della vecchia maggioranza di centrodestra, dovrebbe presentarsi nelle cause intentate dai cittadini che ritenessero di rivalersi sullo Stato per essere risarciti per casi di presunta malagiustizia.
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