Il Diritto in tempo di crisi, l’ordinamento legislativo italiano

Rispondo agli interrogativi del Direttore con queste mie riflessioni.

Studio l’ordinamento italiano da un po’, ormai. Ho sempre pensato che fosse un motivo di vanto ed orgoglio. Nel suo complesso, infatti, è perfettamente armonico, non ci sono eccessi ma il tentativo di instaurare e proteggere uno stato democratico alla portata di tutti, a partire dalla pari dignità sociale di ogni cittadino di cui all’art.3 Cost. per arrivare al diritto di difesa ex art. 24 Cost.. La nostra Carta fondamentale tutela sia il lavoratore, come portatore di diritti, sia l’iniziativa economica definita esplicitamente libera purché non in contrasto con l’utilità sociale e dunque la libertà contrattuale, non indiscriminata ma strutturata e pensata per evitare e sanzionare abusi. La libertà viene considerata baluardo fondamentale, bene prezioso per ogni individuo e sacrificabile solo in casi estremi. Per questo il sistema punitivo e penale è sorto da una pluralità di principi, protezione dei cittadini, certo, ma anche favor rei per consentire a chi è andato contro la legge un’altra possibilità, di ri-costruirsi.

Tuttavia, il nostro ordinamento spesso si scontra con una diversa realtà e, soprattutto, con la natura umana, due macigni difficili da affrontare. L’epoca recente, in particolare, vede come protagonista una crisi economica lunga e profonda. Si tratta di un evento ciclico, quasi inevitabile , a mio parere. Non credo ci sia una ricetta ben precisa per uscirne rapidamente. Le cadute, le rotture fanno parte anche dell’esistenza umana, perché non dovrebbero caratterizzare la società mondiale, intesa come complesso di individui? Questo non significa certo accettare passivamente lo stato negativo delle cose, piuttosto affrontarlo normalmente con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Non ritengo che il nostro sistema legislativo vada corretto o adeguato ai tempi, è stato pensato per essere rigido e flessibile allo stesso tempo. Se le norme giuridiche italiane venissero rispettate probabilmente ci si potrebbe aspettare una risalita progressiva, forse graduale ma efficace. Il più è verificare se gli uomini sono in grado di rispettare regole dettate da altri. Se le leggi fossero rispettate, che senso avrebbe lo stesso sistema penitenziario?

 

Miriam Cobellini

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