Per avviare un’attività di questo tipo sapersela cavare ai fornelli non basta, ci sono norme igieniche e di sicurezza alimentare da rispettare che però nel nostro Paese non sono ancora molto chiare per quel che riguarda i requisiti strutturali, di igiene, di sicurezza, ma anche sull’inquadramento giuridico e gli adempimenti fiscali.
Ricordiamo che il disegno di legge sulla disciplina dell’Home restaurant è stato approvato dalla Camera ma attende ancora l’arrivo al Senato, nel frattempo è stato in diversi punti bocciato dall’Antitrust perché troppo restrittivo in diversi punti come per esempio il tetto massimo al numero di coperti (500) e di proventi (5.000 euro) annui che un ristoratore amatoriale può realizzare.
A questo problema ha posto una soluzione, almeno in parte, la nuova modulistica unificata standard, uguale in tutti i Comuni, approvata dalla Conferenza Unificata nella seduta del 4 maggio 2017. Quindi resta aperto il problema sulla necessità di presentare o meno anche la Scia “economica” per l’avvio di un’attività di somministrazione.
Segnaliamo sull’argomento una Guida per orientarsi in tutti gli aspetti tecnici e amministrativi per aprire la cucina di casa nostra all’ingresso del pubblico pagante, con manuale semplificato HACCP e modulistica
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