Dunque, ancora dieci giorni di attesa per scoprire la verità su uno dei casi più chiacchierati degli ultimi anni, l’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, che vede come unico imputato e fidanzato della ragazza quando venne uccisa.
La sentenza in appello, però, aveva assolto Stasi: resta da capire se la Cassazione confermerà quel responso o rimanderà gli atti alla Corte regionale. Nel frattempo, la famiglia di Chiara Poggi aveva chiesto, in seguito, di realizzare una perizia elusa nelle indagini preliminari, finalizzata a riconoscere il Dna del possibile omicida.
Tra i particolari ancora da chiarire, poi, resta il modo in cui Stasi sia riuscito a non sporcarsi le scarpe di sangue entrando in casa di Chiara e la famosa bicicletta da donna di colore nero che la famiglia dello stesso Stasi non aveva mai acquistato. Per queste ragioni, la famiglia della vittima chiede con insistenza che si riaprano le indagini sul caso.
La difesa di Stasi ha già fatto sapere che un’eventuale riapertura del caso sarebbe “inammissibile e infondata” e rivendica che “agli atti è emersa la prova della presenza di un soggetto che non è Stasi in orario compatibile a quello dell’aggressione”.
Gli interrogativi, dunque, che dovevano essere chiariti oggi, dovranno attendere ancora fino al 17 aprile prossimo, quando la Suprema corte renderà note le proprie decisioni.
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