Fiat Tipo

Alla fine, eccola. Dopo la preview al Salone di Istanbul la compact Fiat sbarca in Italia per una seconda anteprima – ma stavolta con possibilità di guidarla – riservata ai soli giurati del premio AutoBest, categoria alla quale mi pregio di appartenere da non più di un mese. Intanto, il nome: l’auto, finora conosciuta con lo pseudonimo di Aegea (per evocarne le origini mediterranee, essendo costruita alla Tofas turca), si chiamerà (tranne che in patria) Tipo, rispolverando una denominazione utilizzata a partire dal 1988 per la hatchback di casa. Si trattava – nel caso non ricordaste – di  macchina interessante, che infatti vendette bene: grande dentro, moderna fuori, relativamente economica, rappresentò un cardine dell’offerta Fiat nel segmento delle medie.

Una scommessa a tre volumi. Istanze riprese oggi dall’omonima antenata, che però si palesa sotto la forma certamente inusuale della berlina a tre volumi (più in là arriveranno la cinque porte e la station wagon). Per Torino, è una scommessa, ché la declinazione con bagagliaio separato è stato finora riservata – e soltanto per alcune marche – a versioni derivate alla bell’e meglio da ben più armoniose hatch e destinate a un’oscura carriera di rincalzo. Conoscendo il rischio, il team diretto da Roberto Giolito ha affrontato il progetto con il “clean sheet approach”, così evitando la sempre rischiosa tentazione della variazione sul tema: “born to be sedan”, insomma, come ci ha detto lo stesso chief designer. Ovviamente l’estetica è caratteristica soggettiva per definizione, ma va detto che la realizzazione pratica del concetto è di eccellente livello e comunque adeguata al posizionamento assai globale del modello: la Sedan potrà essere un’incognita commerciale da noi, ma vi sono mercati (vedi l’Europa dell’est) dove per tale espressione stilistica la risposta del pubblico è pressoché scontata nella sua entusiastica accettazione… La Tipo (senza il punto che guarniva il logo dell’antenata e di cui nessuno, neppure a Torino, ricorda il senso) nasce, dunque, per fornire una risposta a precise esigenze d’utilizzo quotidiano, inserendosi – all’interno dell’offerta Fiat – nella colonna dei modelli “funzionali”: quelli destinati ad aumentare la fedeltà della clientela, sostenere i volumi e mantenere viva la tradizione in passato incarnata da vetture come 850, 127, 128, Ritmo, l’incompresa Multipla e, oggi, dalla Panda. Come ha spiegato Alfredo Altavilla, Coo della regione Emea, si parla di un’auto pragmatica, dal value for money elevato, diretta a chi vuol spendere con cautela i propri soldi (all’acquisto come durante l’esperienza di proprietà) ma non per questo sottoporsi a rinunce.

Caratteristiche. Pochi frizzi, dunque, e tanta sostanza. A partire dallo spazio. La Tipo è lunga 4,54 metri, con una capacità di carico dichiarata superiore ai 500 litri, offrendo una risposta a chi dalla macchina pretende una certa comodità d’uso, che si tratti di lavoro o familiare. Cinque persone c’entrano con sorprendente agio, e bisogna ammettere che l’auto vanta un confort a bordo di ottimo livello: la voce del turbodiesel millesei da 120 cavalli (ci sono anche i benzina 1.4 da 95 CV e 1.6 da 110, e il diesel 1.3 MJET da 95 CV) è sommessa in ogni condizione, l’assetto di guida è eccellente e la tenuta in linea con la scuola Fiat in fatto di handling. Su Quattroruote di novembre troverete un’approfondita analisi dinamica della Tipo, che sarà venduta in Italia a partire da dicembre nella sola versione Sedan. Il prezzo ancora non si sa, ma a corso Agnelli giurano che sarà aggressivo.

Gian Luca Pellegrini per quattroruote.it

Redazione MotoriOggi

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