Expo 2015: quale sarà il futuro dell’area? Come partecipare al progetto

Letizia Pieri 09/10/15
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Quale futuro avrà l’area dedicata all’Expo 2015, una volta terminata la manifestazione internazionale?  Da tempo l’argomento ha scaturito una serie di interessanti proposte, nessuna delle quali però ancora definitiva.

Si tratta di un’area che misura 110 ettari, 1 milione e 100 mila metri quadrati, in sostanza l’equivalente di 154 campi da calcio: da queste cifre si può ben comprendere quanto sia importanze stabilire al più presto e con adeguata pertinenza la giusta destinazione da darvi.

Il Corriere della Sera ha lanciato online un confronto di idee, partito ieri 8 ottobre. Chiunque abbia infatti un progetto che reputi idoneo alla futura progettazione dell’area può esprimere la propria prospettiva, avanzando la proposta che verrà poi esaminata, avendo anche la possibilità di valutare le altre presentazioni.

Per questa sfida gioca un ruolo centrale per il Corriere la startup Oxway, fondata da Fabrizio Gasparetto, autore e regista residente a Milano, e Mattia Percudani, banker a Londra, sede della società.

In occasione del lancio dell’iniziativa, la nostra redazione ha intervistato Mattia Percudani:

1)      Che cos’è sostanzialmente Oxway?

Oxway è una piattaforma online per valorizzare le conoscenze nei processi decisionali. La catena delle informazioni utili per risolvere un problema è generalmente troppo corta e troppo schiacciata in alto, al vertice della gerarchia “autorevole”. Oxway vuole rivoluzionare l’approccio e favorire l’ibridazione delle competenze e l’allargamento del numero dei soggetti coinvolti.

2)      Com’è nata l’idea e la collaborazione con il giornale?

Un giorno, leggendo l’ennesima cronaca che il Corriere della Sera riportava dando conto del ritardo di progettazione sul dopo Expo, ci siamo guardati e ci siamo detti che quello era una problema che avrebbe goduto del nostro approccio alla risoluzione dei problemi. In maniera un po’ naif siamo andati al Corriere della Sera a proporre loro di farsi artefici di una call-for-ideas utilizzando il nostro strumento. Venanzio Postiglione, il vicedirettore, coraggiosamente ci ha creduto e ora eccoci qui.

3)       In che modo viene strutturata la sfida di idee?

Come tutti i challenge Oxway, in tre fasi: proposta, valutazione reciproca delle proposte e discussione.

4)      In cosa consiste la portata innovatrice della start up?

Oltre all’approccio descritto sopra, l’innovazione consiste non tanto e non solo nella produzione di una classifica di proposte, ma:

a. nel data report che forniamo ai nostri clienti, che individua ad hoc cluster di aggregazione di utenti e analizza i comportamenti durante ogni challenge;

b. nell’approccio che abbiamo alla ricompensa dei partecipanti: Oxway riconosce la collaborazione di qualità, ricompensando sia il consenso ottenuto dalla proposta dell’utente, sia il tasso di collaborazione che ha manifestato durante il challenge. La conoscenza è una catena di informazioni e, in termini calcistici, il goal messo a segno dal marcatore è sempre il frutto di un lavoro di squadra. Oxway vuole premiare la squadra.

5)      In quali settori opera?

Open Innovation, Risorse Umane e Welfare Aziendale, Pubblica amministrazione.

 

 

Letizia Pieri

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