Ex beneficiari RdC: da marzo le domande per ottenere l’Assegno Unico

Paolo Ballanti 09/02/24
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Gli ex beneficiari RdC devono leggere attentamente il Messaggio Inps 258 del 19 gennaio, che chiarisce un aspetto importante sulla fruizione dell’Assegno Unico da parte di quanti hanno beneficiato del Reddito di Cittadinanza sino al 31 dicembre 2023.

Da marzo 2024 infatti, tutte le famiglie che finora si sono visti erogare l’Assegno unico sulla carta prepagata RdC saranno obbligati a presentare una nuova domanda per accedere alla prestazione, compresi i nuclei ai quali nel 2023 è stato sospeso il Reddito di Cittadinanza.

Il cambiamento viene naturale a seguito della scomparsa del Reddito di cittadinanza dal 2024 e interessa quanti percepivano sia l’RDC sia l’Assegno unico e universale. Questi cittadini si vedevano accreditare le somme dell’AUU sulla famosa carta RDC. Ora le cose cambiano.

Ecco in breve cosa cambia per gli ex beneficiari Rdc e cosa dovranno fare da marzo per continuare a fruire dell’Assegno unico.

Indice

Fine di Reddito e Pensione di cittadinanza

La Legge 29 dicembre 2022 numero 197, articolo 1, comma 318, ha previsto a decorrere dal 1° gennaio 2024 l’abrogazione degli articoli da 1 a 13 del Decreto – legge 28 gennaio 2019 numero 4, convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2019 numero 26.

Trattasi, in buona sostanza, delle norme che regolano il Reddito e la Pensione di Cittadinanza. , la loro abrogazione coinvolge a cascata l’erogazione dell’Assegno Unico Universale, come quota integrativa corrisposta d’ufficio ai soggetti beneficiari del Reddito di cittadinanza >> “Assegno unico con Reddito di cittadinanza erogati insieme: come funziona”

Come spiegato in questo messaggio Inps gli ultimi beneficiari del Reddito di cittadinanza hanno ricevuto il sussidio fino al 31 dicembre.

Questo fatto salvo il riconoscimento successivo di rate arretrate e la liquidazione di quanto eventualmente spettante a titolo di AUU fino a febbraio 2024.

Dal 2024 c’è l’Assegno di inclusione

A seguito dell’abrogazione del Reddito di Cittadinanza, con il Decreto 4 maggio 2023 numero 48, è stato introdotto a decorrere dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di Inclusione (ADI).

La prestazione economica in parola si configura come una “misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro”.

Per poter accedere all’AdI, previa domanda all’Inps, uno dei componenti il nucleo familiare deve rientrare in almeno una delle seguenti categorie:

  • Soggetti con disabilità, come definita ai sensi del regolamento di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013 numero 159;
  • Minorenne;
  • Almeno sessanta anni di età;
  • Situazione di svantaggio ed inserimento in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali, certificato dalla Pubblica Amministrazione.

Al pari di quanto avveniva per il Reddito di Cittadinanza, sono previsti ulteriori requisiti per accedere all’AdI, legati in particolare a cittadinanza, residenza, redditi, patrimonio, nonché condizioni riguardanti:

  • Godimento di beni durevoli;
  • Mancata sottoposizione a misure cautelari, di prevenzione e mancanza di condanne definitive;
  • Dimissioni volontarie;
  • Obblighi formativi.

Abrogazione RdC: le conseguenze per l’Assegno Unico

L’Assegno Unico si caratterizza per essere un sussidio erogato mensilmente dall’Inps nel periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, a beneficio dei nuclei familiari con figlio a carico.

Introdotto dal 1° marzo 2022 ad opera del Decreto legislativo 29 dicembre 2021 numero 230, l’Assegno Unico spetta a quanti esercitano la responsabilità genitoriale, a prescindere dalla loro condizione lavorativa.

Il sussidio è determinato secondo una somma-base, parametrata all’Isee del nucleo familiare, cui si aggiungono una serie di maggiorazioni a seconda del numero e delle caratteristiche dei componenti il nucleo stesso.

La prestazione, nello specifico, è riconosciuta:

  • Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a partire dal settimo mese di gravidanza;
  • Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei ventuno anni di età (al ricorrere di determinate condizioni soggettive del figlio stesso);
  • Per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

Assegno Unico ai beneficiari RdC

Qui si subentrano le novità per gli ex beneficiari RdC. Alla luce delle citate caratteristiche dell’Assegno Unico e per effetto:

  • dell’introduzione dell’AdI;
  • dell’abrogazione del Reddito di Cittadinanza a decorrere dal 1° gennaio 2024;

L’Inps precisa nel Messaggio numero 258/2024 che, nei confronti dei nuclei familiari interessati dall’interruzione del RdC al 31 dicembre 2023 “e ai quali l’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU) veniva corrisposto come quota integrativa dello stesso Reddito, che non hanno presentato la domanda di AUU, la relativa prestazione continua a essere erogata sulla carta RdC per l’intero importo spettante, senza soluzione di continuità, sino alla mensilità di febbraio 2024, tenuto conto dell’Indicazione della situazione economica equivalente (ISEE), valido al 31 dicembre 2023”.

Assegno Unico, come ottenerlo dal 1° marzo 2024

Per i soggetti ex beneficiari RdC, di cui al paragrafo precedente, l’erogazione dell’AUU dal 1° marzo 2024 è subordinata alla presentazione della domanda all’Inps.

L’eventuale presentazione dell’istanza (indirizzata sempre all’Istituto) per ottenere l’AdI “non sostituisce in alcun modo la domanda di AUU che, pertanto, deve essere sempre presentata per poter beneficiare della prestazione familiare” (Messaggio numero 258/2024).

Nuclei familiari con sospensione del RdC nel 2023

I nuclei familiari che includono figli di età compresa tra 18 e 21 anni, interessati dalla sospensione del sussidio di cittadinanza nel corso dell’anno 2023 (quindi gli ex beneficiari RdC) in caso di mancata presentazione della domanda di AUU, l’Istituto garantisce l’erogazione dell’Assegno stesso fino alla competenza di febbraio 2024, compresa.

Anche in questa ipotesi, sulla falsariga delle casistiche già descritte, per poter beneficiare dell’Assegno Unico a decorrere dalla mensilità di marzo 2024, per coloro che eventualmente non vi abbiano già provveduto, è necessario trasmettere l’apposita domanda di AUU all’Inps.

Domanda di Assegno unico: verifica della correttezza dei dati

Approfittando della questione dell’invio delle domande di AUU da parte di quanti hanno beneficiato del Reddito di Cittadinanza, il Messaggio Inps del 19 gennaio 2024 ricorda l’importanza, da parte di quanti presentano le istanze di accesso all’Assegno Unico, di verificare la correttezza dei dati di pagamento indicati.

Essendo l’AUU una prestazione erogata dall’Inps direttamente ai soggetti beneficiari, è necessario controllare, si legge nel messaggio, l’esattezza “del codice IBAN del conto corrente o della carta prepagata, che deve essere intestato / cointestato al richiedente la prestazione”.

Da ultimo si ricorda che la domanda di Assegno Unico e l’Isee aggiornato ad opera degli ex beneficiari RdC possono essere presentati entro il 30 giugno 2024, senza perdita degli arretrati, che saranno corrisposti “con successivo conguaglio” (Messaggio numero 258/2024).

In assenza dell’Isee in corso di validità, ancora l’Istituto, l’importo dell’Assegno Unico sarà “calcolato a partire dal mese di marzo 2024 con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa”.

Qualora la nuova DSU “sia presentata entro il 30 giugno 2024, gli importi eventualmente già erogati per l’annualità 2024 saranno adeguati a partire dal mese di marzo 2024 con la corresponsione dei relativi arretrati”.

Ex beneficiari RdC: richiesta AUU entro 30 giugno 2024

Come specificato anche sul portale Inps, la richiesta obbligatoria di cui sopra potrà essere trasmessa fino al 30 giugno 2024, senza perdere gli arretrati.

Inoltre, poter garantire una puntuale erogazione degli importi, è necessario controllare l’esattezza del codice IBAN del conto corrente o della carta prepagata, che dovrà essere intestato o cointestato a chi richiede la prestazione.

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Messaggio Inps 258 del 19 gennaio 2024 38 KB

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Foto copertina istock/anyaberkut

Paolo Ballanti