Un vero e proprio anno “hannus horribilis” per imprenditori e autonomi che, oltre alle varie chiusure, hanno dovuto fronteggiare situazioni difficili dovute al sovraindebitamento e, chiaramente all’impossibilità di versare le imposte e i contributi previdenziali dovuti entro le scadenze.
In soccorso alle partite IVA è intervenuto più volte il Governo nel corso di questi due anni con i vari “Decreti Ristori”, “Decreti sostegni” e contributi a fondo perduto che, se da un lato sembravano dare una boccata di ossigeno a chi era in difficoltà, dall’altro servivano a colmare una minima parte dei debiti accumulati e, spesso, a pagare le rate dei contributi previdenziali che, a ruota, l’INPS puntualmente richiedeva.
Nel marzo del 2021, ad esempio, è stato stanziato un contributo a fondo perduto per per imprese e professionisti in misura percentuale (purtroppo minima) alla riduzione del loro fatturato, infatti, tale agevolazione è stata concessa a condizione che i ricavi o compensi del 2019 non fossero superiori a 10 milioni di euro escludendo pertanto una folta platea di contribuenti che, pur avendo avuto ricavi superiori ai 10 milioni nel 2019, possono aver patito significative riduzioni di fatturato nel 2020. E una seconda condizione è stata quella di aver subito un calo del fatturato 2020, rispetto al 2019 inferiore almeno del 30%.
Questo è solo un tipico esempio di come molte categorie di imprenditori e professionisti non siano stati aiutati e possano versare tuttora in una condizione di profonda crisi che non consente loro di far fronte nemmeno agli oneri previdenziali.
In loro sostegno, per fortuna, è intervenuto il Ministero del Lavoro che ha stabilito un particolare esonero dai contributi per tutti i lavoratori autonomi che hanno subito un calo di fatturato nel 2020 di almeno 33% rispetto all’anno 2019.
Il decreto per l’esonero dai contributi previdenziali, ormai firmato, sta attendendo soltanto i decreti attuativi per comprendere come gestire tali aiuti e agevolazioni, infatti, questo cambio di rotta rispetto ai contributi a fondo perduto versati in precedenza, dovrà necessariamente segnare una sorta di svolta che l’INPS dovrà essere in grado di mettere a punto in tempi piuttosto brevi per gestire le richieste ed accontentare la folta platea degli aventi diritto.
Dovranno essere necessariamente utilizzate nuove risorse per consentire a chi deve versare i propri oneri contributivi, sia esso un professionista o lavoratore autonomo, di essere esonerato dal pagamento in caso di perdita di fatturato ingente: a tal proposito, è stato messo a disposizione un apposito fondo per procedere tempestivamente all’attuazione della misura.
Quali sono i lavoratori autonomi coinvolti nell’esonero contributivo
I lavoratori autonomi che possono beneficiare di tale agevolazione sono i seguenti:
- lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS;
- lavoratori autonomi iscritti a gestioni speciali;
- gli operatori sanitari in pensione che hanno prestato servizio, in via eccezionale, a causa della pandemia da COVID-19;
- le categorie sopraindicate che hanno maturato un reddito complessivo inferiore a 50.000 € nell’anno 2019;
- le categorie sopraindicate che hanno subito un calo del fatturato di almeno il 33% nel 2020 rispetto all’anno precedente.
A queste categorie è garantito un esonero contributivo per il 2021 per una soglia di contributi previdenziali di 3.000 euro attraverso un fondo di 2,5 miliardi di euro stanziato proprio per far fronte a questa esigenza e per accontentare la folta platea dei beneficiari.
E’ utile sottolineare che si stia parlando di contributi previdenziali e non di contributi INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro che dovranno essere regolarmente versati.
La domanda andrà presentata seguendo la procedura che, a breve, l’INPS renderà operativa per via telematica, entro e non oltre il 31 luglio 2021 per chi è iscritto alla gestione separata e, per quei lavoratori autonomi iscritti agli Ordini che fanno riferimento ad altre casse previdenziali, fino al 31 ottobre 2021.
L’assegno ISCRO per i lavoratori autonomi
Un’altra misura agevolativa del tutto sperimentale è stata messa a punto per i lavoratori autonomi e riguarda una sorta di specifica indennità definita con l’acronimo di ISCRO, ovvero una sorta di cassa integrazione prevista per il triennio 2021-2023.
L’ISCRO è esclusivamente ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS con un calo di fatturato e reddito inferiore al 50% della media dei redditi cumulati nei 3 anni che precedono la domanda.
Altra condizione necessaria per poter richiedere l’ISCRO è che tale agevolazione è rivolta soltanto a chi ha percepito un reddito inferiore a 8.145 € nell’anno che precede la presentazione della domanda ed ha la partita IVA aperta da almeno 4 anni. L’ISCRO prevede l’erogazione di un assegno mensile che varia da 250 € fino ad 800 € a seconda della situazione specifica del richiedente.
Inoltre, la platea dei lavoratori autonomi che percepiranno tale indennizzo potrebbe essere chiamata alla partecipazione a corsi di aggiornamento e attività formative volte al recupero della situazione reddituale precedente.
Altre agevolazioni e interventi previsti per le partite IVA
Oltre all’esonero contributivo previsto per le categorie sopracitate, sono state varate altre misure a sostegno degli imprenditori in crisi e contributi a fondo perduto per le imprese. Nel nuovo decreto sostegni bis saranno stanziati ben 40 miliardi di euro a fondo perduto per dare una spinta ad una ripresa economica che tarda a venire.
In particolare le nuove agevolazioni riguarderanno:
- sconti sulla tassa rifiuti;
- esenzione dal canone radiotelevisivo;
- bonus fino a 2.400 euro per i lavoratori stagionali;
- esenzione dalla prima rata dell’IMU per gli immobili commerciali;
- bonus affitto per i locali commerciali e industriali;
- bonus relativi al turismo e al mondo dello spettacolo.
Ovviamente, tali bonus verranno erogati a famiglie e imprese comprese nelle fasce specifiche colpite particolarmente dalla crisi.
Omar Cecchelani, Pagaremenotasse
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