Non c’e’ stato solo il caso del vecchietto di Southfield Township (Detroit) che pareva aver esalato l’ultimo respiro nel polling booth per poi rialzarsi dopo la tracheotomia e chiedere alla moglie se aveva votato con successo. In molti collegi elettorali le file per il voto hanno raggiunto lunghezze record, con tempi di attesa superiori alle 7 ore.
In Florida, ad esempio, le cose stanno così da sabato scorso, quando i residenti dello stato che intendevano votare anticipatamente in quella data si sono trovati ad attendere in code lunghe quanto un campo da football. Già ieri Jezebel ci aveva fatto sorridere titolando “Florida Voting Lines Somehow Longer and More Hellish Than Actual Life in Florida”. Oggi in molte località ci si trova nella stessa situazione, specialmente laddove ulteriori difficoltà sono attribuibili agli strascichi del recente passaggio dell’uragano Sandy.
Nella bersagliata New York una speciale ordinanza di Cuomo consente agli elettori di votare in qualsiasi seggio indipendentemente dalla loro appartenenza territoriale, purchè firmino un “affidavit” mentre forniscono le proprie generalità.
In New Jersey alcuni elettori hanno optato per la possibilità di votare via email, mentre i residenti accampati negli alloggi provvisori sulla costa atlantica sono stati raggiunti da volontari alla guida di Winnebago convertiti in seggi mobili.
C’e’ poi tutto l’universo delle disfunzioni tecniche e dei guasti riscontrati dagli elettori che giunti al seggio si sono trovati ad operare macchine malfunzionanti.
Un caso diventato virale e’ stato postato su Reddit da un elettore in Pennsylvania, che ha girato un video all’interno della cabina di voto mostrando come la console elettorale gli permettesse di votare per tutti i candidati, eccetto Obama.
C’e’ chi ha diffidato dell’utente anonimo che ha caricato il video, chi invece ha ipotizzato che piu’ di una macchina elettorale fosse stata modificata in modo da influenzare il risultato elettorale.
Piu’ che di frode in un senso o nell’altro, secondo l’esperto del Center for Democracy & Technology Joseph Lorenzo Hall la console in questione sarebbe soltanto calibrata male, ed e’ stata rimossa e rimpiazzata nel pomeriggio. Simili episodi si sarebbero verificati anche in North Carolina nel corso della giornata, come riportato dal Raileigh Telegram. Le lamentele provenienti dagli elettori newyorkesi sono state raccolte daGothamist in un articolo riassuntivo.
Qualche perplessità circa il funzionamento delle console di voto negli Stati Uniti e’ in fin dei conti ragionevole.Su Upworthy, uno schema ispirato da un articolo del 2004 edito sul Washington Post compara le garanzie di funzionamento e controllo qualità tra una di queste macchine e una slot machine a Las Vegas.
Se ad esempio lo stato del Nevada ha completo accesso al software che fa funzionare le slot, il meccanismo che regola il funzionamento delle console elettorali è un segreto industriale. Anche il controllo qualià’ nel caso delle slot machines è affidato ad agenzie pubbliche, mentre nel caso delle console elettorali e’ effettuato da compagnie private scelte e assunte dalle imprese produttrici. Sulle modalita’ dei controlli, inoltre, non è necessario pubblicare informazioni.
Affidabili o meno, queste console sono di utilizzo poco intuitivo anche per gli anziani. Ci è cascato addirittura l’ex presidente George W. Bush, che recatosi questa mattina alle urne a Crawford, Texas, si e’ ritrovato a votare per errore per il candidato democratico Barack Obama.
A una giornalista del Waco Times Bush avrebbe detto che le indicazioni sullo schermo di voto erano estremamente “mis maladjusted”, segnalate male: “Non si possono elencare in quel modo tutti i senatori, i rappresentanti e i presidenti, tutti messi insieme. E’ troppo disordinato, cosi’ si confondono gli elettori”.
Il voto accidentalmente espresso da Bush sara’ uno dei pochi in favore dei democratici nel repubblicanissimo Texas. Quando si dice ironia della sorte.
EDIT: Era troppo assurdo per essere vero, e infatti è una bufala. Bush non ha votato per Obama, l’articolo era una burla del Daily Currant, un giornale satirico simile al più celebre The Onion. Ci siamo cascati in tanti anche qui negli Stati Uniti. C’est le web!
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