Manca solo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al testo che è stato licenziato nei giorni scorsi dal Parlamento, per l’uscita nella raccolta delle leggi ufficialmente in vigore sullo Stato italiano. E le indiscrezioni più fresche parlano di uno sbarco, quello del divorzio breve in Gazzetta ufficiale, ormai pronto, forse da attendersi a ore.
Come al solito, in questi casi, di comunicazioni di carattere istituzionale neanche l’ombra, dal momento che il testo è stato approvato in sede parlamentare, spetta al Capo dello Stato prendersi il tempo necessario alla firma, esame e promulgazione. Ma quello che è certo è che il ritardo, se così si può definire, non dipende da eventuali incertezze o chiarimenti chiesti da Mattarella sul provvedimento, tanto che la stessa Rosanna Filippin, senatrice del Pd e relatrice del testo nel passaggio a palazzo Madama, ha confermato via Twitter che la pubblicazione sembra proprio imminente.
Una volta che il testo avrà trovato spazio nella pubblicazione della GU, si dovranno attendere i canonici quindici giorni per l’effettività della norma: così, insomma, è lecito attendersi il divorzio breve pienamente in funzione entro metà maggio.
Una legge a lungo attesa
Il disegno di legge sul divorzio breve è stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati lo scorso mercoledì 22 aprile 2015, grazie al voto favorevole di 398 eletti, contro 28 no e solo 6 astenuti.
Il testo approvato, e ora pronto a uscire in Gazzetta, è frutto di una mediazione avvenuta proprio nel corso del passaggio in Senato tra le varie anime della maggioranza, e che ha portato, quindi, all’allargamento anche a frange delle opposizioni che si sono dichiarate favorevoli sulla nuova disciplina del divorzio.
Attualmente, sono ancora in vigore i 3 anni minimi per chiudere gli effetti del matrimonio civile, ma, non appena il testo della nuova legge sarà in vigore, il termine si abbasserà radicalmente a soli 6 mesi, se l’addio è consensuale, o a 12 se si finisce in giudizio.
Comunione dei beni. L’accordo sulla potestà comune dei possedimenti viene sciolto non appena il giudice dà l’ok agli ormai ex coniugi a vivere separatamente, oppure nell’atto stesso di firma della separazione consensuale.
La nuova legge, è bene ribadirlo, si applicherà anche alle cause già in corso.
VAI AL TESTO DEFINITIVO DEL DIVORZIO BREVE
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento