Alla fine del termine per le eventuali modifiche,infatti, è stata confermata la linea già intrapresa al Senato, dove le due Commissioni economiche hanno lavorato gomito a gomito, per scongiurare ulteriori modifiche e il conseguente, successivo passaggio parlamentare.
Così, insomma, alla Camera dovrebbe segnarsi la conclusione del lungo iter parlamentare del disegno di legge, presentato nel 2012 dal governo tecnico di Mario Monti, poi finito a più riprese nel dimenticatoio. Sul felice esito del provvedimento a Montecitorio, però, c’è il punto interrogativo del grande ingorgo di decreti in scadenza da qui a marzo, che potrebbe bloccare ancora una volta il provvedimento nei cassetti della Commissione Bilancio.
Sono diversi, infatti, i testi che devono essere convertiti in fretta dalle Camere, talvolta anche tramite un doppio passaggio, per gli emendamenti presentati anche in extremis, che dovrebbero congelare il lavoro di Senato e Camera nelle prossime settimane. Se, poi, a ciò si somma anche l’insediamento del nuovo governo, tra voti di fiducia, dichiarazioni del presidente del consiglio e arretrati parlamentari, allora si può facilmente capire come, purché a un passo dall’ok definitivo, la delega fiscale non sia in vetta alle priorità delle aule parlamentari.
All’interno del disegno di legge, si ricorderà, è presente anche una attesissima riforma come la nuova legge sul catasto, che dovrebbe ridefinire i canoni di calcolo degli immobili, su cui verrebbe a basarsi la tassazione immobiliare e la nuova Tasi in particolare. Dunque, una riforma di grande rilevanza, che può cambiare l’impatto della nuova tassa che sostituisce l’Imu abolita su prime case e terreni agricoli.
Tra le altre misure presenti nel ddl, poi, da segnalare la nuova tracciabilità dei pagamenti e nella fatturazione elettronica, così come i nuovi margini per il calcolo del regime dei minimi.
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