A far scattare i sigilli all’imbarcazione, pronta per salpare verso il Golfo del Messico con migliaia di persone a bordo fra equipaggio e passeggeri, la denuncia da parte del figlio di una donna tedesca, deceduta durante l’incidente della Costa Concordia all’Isola del Giglio.
Il sequestro ha fatto seguito alla denuncia presentata dallo Studio Legale Eaves come misura cautelativa a tutela del risarcimento del proprio cliente.
Il magistrato del Texas ha ritenuto infatti di aderire alla tesi dell’avvocato John Arthur Eaves Jr., secondo cui la morte della cittadina tedesca sarebbe stata da attribuire al mancato rispetto delle norme e delle procedure di sicurezza a bordo della Costa Concordia, a causa del mancato controllo da parte della Carnival Corporation, cui va accollata la conseguente responsabilità.
Pertanto, il congruo risarcimento cui la famiglia avrà (prima o poi) diritto, giustifica la richiesta di un sequestro cautelativo della Carnival Triumph.
Con le stessa motivazione, inoltre, il giudice di Galveston ha anche acconsentito alla richiesta dello Studio Eaves di ingiungere alla compagnia la consegna della “black box” della Costa Concordia e dei tabulati telefonici delle conversazioni durante l’incidente tra il comandante e gli ufficiali della nave. Gli avvocati americani sostengono infatti che si sia colpevolmente ritardato l’ordine di abbandonare la nave, con risultati tragici.
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