E’ la prima volta che nel nostro Paese viene adottato uno strumento contenente linee di indirizzo omogenee in materia di politiche familiari, garantendo centralità e cittadinanza sociale alla famiglia attraverso una strategia di medio termine che supera la logica degli interventi disorganici e frammentari avuti sino ad oggi.
Quanto ai contenuti del Piano, i principi ispiratori sono:
– cittadinanza sociale della famiglia, intendendo la famiglia quale soggetto su cui investire per il futuro del Paese, valorizzando la sua funzione per la coesione sociale e per un equo rapporto tra le generazioni;
– politiche esplicite sul nucleo familiare: finora nel nostro Paese gli interventi a favore delle famiglie sono stati o dettati dall’emergenza e quindi necessariamente frammentati e disorganici, o indiretti, cioè riflesso a volte inconsapevole di altre politiche. Si tratta invece ora di delineare un quadro organico di interventi che abbiano la famiglia come destinatario;
– sussidiarietà e sviluppo del capitale umano e sociale, nel senso che gli interventi devono essere attuati in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in una logica di empowerment delle famiglie stesse e dei loro membri, anziché di mero assistenzialismo, facendo leva sulla loro capacità di iniziativa sociale ed economica;
– solidarietà, intesa anche come rafforzamento delle reti associative delle famiglie, soprattutto quando si tratti di associazioni che non solo forniscono servizi alla persona, ma costituiscono sostegno e difesa dalla solitudine, luogo di confronto e di scambio.
Le priorità individuate dal Piano quali aree su cui intervenire con maggior urgenza sono:
– le famiglie con minori, in particolare quelle numerose;
– le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti;
– le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia, sia nelle relazioni genitori-figli.
Gli interventi si articolano secondo le seguenti direttrici:
– equità economica (fiscalità generale, tributi locali, revisione dell’ISEE);
– politiche abitative per la famiglia;
– lavoro di cura familiare: servizi per la prima infanzia, congedi, tempi di cura e interventi sulla disabilità e non autosufficienza;
– pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro;
– privato sociale, terzo settore e reti associative familiari;
– servizi consultoriali e di informazione (consultori, mediazione familiare, centri per le famiglie);
– immigrazione (sostegni alle famiglie immigrate);
– alleanze locali per le famiglie;
– monitoraggio delle politiche familiari.
Il testo è stato elaborato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia – Organo misto che comprende rappresentanze dei livelli di Governo, delle parti sociali e della società civile – che ha, tra le sue funzioni, il supporto al Dipartimento per le politiche della famiglia ai fini della predisposizione del Piano nazionale per la famiglia.
L’Assemblea dell’Osservatorio – sulla base di un testo elaborato dal suo Comitato tecnico-scientifico e sul quale si è svolto un ampio confronto, sia in sede di Osservatorio sia attraverso la Conferenza nazionale di Milano del novembre 2010 – ha approvato una bozza di Piano il 23 giugno 2011.
Tale bozza, successivamente illustrata in Consiglio dei Ministri, è stata sottoposta alla Conferenza Unificata per la prescritta intesa – ai sensi dell’art. 1, comma 1251, lettera a) legge n. 296/2006 – che è stata sancita il 19 aprile scorso, dopo un approfondito lavoro istruttorio tra tutti i livelli di Governo (Stato, regioni ed enti locali).
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