Condominio, contro i rumori molesti vige la normativa anti stalking

Redazione 18/02/13
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Se vivete in condominio, massima attenzione a non eccedere con i rumori, specialmente nelle ore notturne: il rischio è addirittura lo sfratto. Non si tratta  di una novità contenuta nell’ultima riforma condominiale, che ha rinnovato la normativa di riferimento dopo circa 80 anni, ma di una serie di sentenze che, ormai, lasciano ben pochi dubbi sull’applicabilità della legge antistalking anche nelle strutture a residenza collettiva.

Già, è proprio la legge contro i fidanzati un po’ troppo impetuosi a fare da bussola per i pronunciamenti di giustizia nei confronti dei vicini molesti: una rivincita per chi vuole riposare o il rischio di vedersi sbattuti fuori dal portone principale, solo per una notte infuocata col partner?

Anche il sesso un po’ troppo teatrale, infatti, è tra i “capi d’imputazione” per chi è particolarmente inviso ai vicini. Almeno, questa è stata una delle motivazioni che hanno costretto un inquilino di Padova a lasciare il condominio dove risiedeva, in seguito a un’ordinanza del Gip.

Per il 43enne veneto, infatti, erano state sporte ben otto denunce per rumori nelle ore di riposo, tra le cui motivazioni figuravano, appunto, anche delle performance un po’ troppo ardimentose tra le lenzuola. Ma non era solo questa la ragione della crociata dei vicini di casa: radio a massimo volume, lanci di oggetti contro le pareti e il tutto, beninteso, sempre nel cuore della notte. Per lui, ora, l’obbligo è quello di non avvicinarsi entro i 500 metri dalla struttura condominiale che ha vessato per lungo tempo.

Le legge di riferimento è l’articolo 612 bis del Codice penale, introdotto nel 2009 e che può essere applicata in tutti quei contesti – dunque, non solo quelli di coppia – in cui sia posta in essere un’attività insistita in grado di generare inquietudine in chi la subisce.

Il caso padovano, comunque, non è isolato. Qualche settimana fa, a Rimini, un 62enne è stato allontanato da una palazzina per martellamenti sul pavimento, suonate di campanello, telefonate nel pieno delle ore notturne: insomma, il campionario del cattivo condominiale. Anche per lui, è scattato il provvedimento di divieto di comunicazione coi vicini e la restrizione di permanenza nelle aree comuni.

Ancora, andiamo a Milano, dove una donna è stata allontanata, qualche tempo fa, dall’appartamento di residenza, dopo le continue lamentele di una famiglia confinante che, nonostante l’utilizzo di farmaci antistress e l’insonorizzazione delle pareti, non era riuscita a silenziare le attività della vicina.

Insomma, in condominio brulicano i potenziali stalker, anche se spesso le controversie vengono risolte in via amichevole senza ricorrere alla giustizia: quella per i rumori è infatti, insieme alle dispute sugli odori, la maggior ragione di dissidio tra condòmini a detta degli osservatori. Subito dopo, vengono l’occupazione indebita delle aree comuni, la presenza degli animali domestici o dal lancio di mozziconi o briciole da terrazzi o finestre.

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