Concorso Presidi: Andis e Disal si rivolgono a Profumo

Redazione 18/09/12
Per un concorso che è in rampa di lancio, quello della scuola del 24 settembre, ce ne è uno che non smette di dare colpi di coda e, anzi, la polemica non sembra cessare ma rinfocolarsi con l’andare del tempo, quello dei presidi. Le associazioni professionali Andis e Disal sono arrivate a chiedere l’intervento del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per dirimere una questione ormai divenuta “gravissima” poiché si sta palesando uno stato di emergenza che si è creata in Lombardia a causa dell’annullamento del concorso per dirigenti scolastici nella regione, successivamente alla sentenza del Consiglio di Stato del 28 agosto che ne aveva invalidato il risultato.

Alla luce di questa situazione di evidente disagio e di assurda attesa per l’evolversi di una vicenda sentita da tutti coloro che sono direttamente coinvolti come una inutile ritorsione, se non un sopruso, Andis e Disal hanno deciso di scrivere una lettera in quanto considerano “decisivo” il ruolo che può svolgere il ministro Profumo nel “sollecitare il Consiglio di Stato all’anticipo della sentenza di merito, che realisticamente dovrebbe confutare l’ipotesi astratta di violazione dell’anonimato, e consentire le nomine dei candidati che hanno superato regolarmente tutte le prove del concorso”.

L’auspicio delle due associazioni, così come quello dei dirigenti scolastici che hanno superato la prova, è che la vicenda trovi la sua conclusione in tempi brevi o quanto meno compatibili con l’inizio dell’anno scolastico senza creare ulteriori difficoltà e scompensi alle strutture scolastiche private dei loro dirigenti. L’obiettivo, difeso chiaramente da Andis e Disal, è quello di riconoscere il merito degli idonei, non solo ma si vuole privilegiare l’aspetto pratico quello che consentirebbe di sottrarre a una situazione davvero problematica 500 scuole della regione Lombardia rimaste senza dirigente scolastico che, ad oggi, sono affidate a dei reggenti.

Andis e Disal, valutata la situazione descritta precedentemente, hanno ritenuto che l’unica cosa da fare sia incontrare il ministro, cosicché sia possibile esporgli il caso della “grave situazione delle reggenze in Campania, che ha trasformato molti dirigenti in commessi viaggiatori, a causa della assegnazione coatta di sedi in due province  e a distanze impossibili”.

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