Il principio è semplice: se lo Stato è in ritardo nel pagamento e lo è anche il contribuente, questi ritardi si possono compensare. Non solo ‘soldi’, ma anche certificazioni più veloci e semplici da ottenere. “La certificazione si potrà usare sia ai fini dello sconto pro-solvendo alle banche in caso di ritardi di pagamenti, e come documento per effettuare queste compensazioni nel caso si abbiano debiti iscritti al ruolo con la nostra agenzia tributaria”, ha spiegato il viceministro all’Economia Vittorio Grilli.
Tornando alla compensazione, quello del ritardo dei pagamenti ha raggiunto livelli inconcepibili e l’Italia è tra i peggiori pagatori d’Europa: si parla di un ammontare complessivo sui 70 miliardi di euro, con la sanità pubblica in ‘pole position’ visto che paga le fatture a 1.600 giorni e si porta dietro un debito di circa 60 miliardi.
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