Come prevenire l’omicidio stradale?

Redazione 28/11/15
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Abbiamo incontrato l’Associazione Fraternità della Strada, che ha recentemente festeggiato  il cinquantesimo della sua attività, con una cerimonia tenutasi a Milano alla presenza di numerose autorità. L’associazione, nata da una costola di Mondo X (il creatore di Telefono Amico),  è da sempre attiva con numerose iniziative nel campo dell’educazione stradale e della sensibilizzazione ai temi della sicurezza di coloro che hanno o stanno per prendere la patente, ponendo particolare attenzione al tema della prevenzione.

Quale giudizio date sulla recente normativa relativa all’omicidio stradale?

Fin dal 2007 la nostra Associazione, pur senza concepire il reato di omicidio stradale o di ergastolo della patente, segnalò l’opportunità di un inasprimento delle pene per coloro che fossero colti alla guida di un veicolo sotto l’influsso di sostanze alcoliche o psicotrope.

Rispetto all’attuale reato di “omicidio colposo”, basato sul concetto di imprudenza o di imperizia nella conduzione di un veicolo, l’omicidio stradale prende in considerazione l’aspetto psicologico del guidatore il quale, pur non avendo intenzione di uccidere alcuno (in tale caso si configurerebbe l’ipotesi di omicidio volontario), si comporta in modo tale da manifestare un’assoluta indifferenza al fatto che qualcuno possa rimanere ucciso a causa del suo modo di guidare o delle condizioni di alterazione fisica e psichica in cui si trova. Certamente il previsto inasprimento delle pene, con l’introduzione del concetto di omicidio stradale,servirà a togliere dalla circolazione un buon numero di simili individui.

Ci sono aspetti che sono stati trascurati?

Resta tuttavia irrisolto il problema della prevenzione, dapprima con l’individuazione delle cause che portano un essere umano a sottovalutare o a ignorare le conseguenze di un proprio comportamento alterato, e poi con un’azione informativa e formativa fin nell’ambito scolastico e poi nelle autoscuole e periodicamente sui media.

Un altro aspetto che la nostra associazione ha finora tentato (invano) di avanzare è quello di una più precisa informazione sulla “omissione di soccorso”: gli utenti stradali, che sono sempre i primi a trovarsi sul luogo di un incidente e in particolare se ne fossero coinvolti, al pensiero che potrebbero essere accusati di omissione di soccorso, potrebbero infatti sentirsi in obbligo di mettere mano sugli infortunati e, a digiuno delle norme di un corretto soccorso, sussisterebbero serie probabilità di peggiorare lo stato dei feriti: occorrerebbe dunque anche in tale senso una maggiore informazione.

(www.fraternitàdellastrada.org)

Redazione

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