Campi elettromagnetici, con il nuovo decreto sviluppo aumentano i limiti di legge

Redazione 11/11/11
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Nella bozza del nuovo decreto Sviluppo predisposta dal governo lo scorso ottobre e’ previsto un aumento dei limiti di legge per l’inquinamento elettromagnetico prodotto da cellulari e ripetitori per telefonia mobile. Alla base di questa decisione  c’è  probabilmente la necessità da parte delle compagnie telefoniche di adeguarsi alla tecnologia 4G, con l’installazione delle nuove antenne Lte (Long term evolution). che permetterà a telefonini e palmari di ultima generazione di usufruire di una rete più veloce e, quindi, di accedere più fluidamente a vecchi e nuovi servizi.

Nei giorni scorsi AssoArpa, associazione che riunisce tutte le Arpa regionali, ha denunciato all’interno di un comunicato i rischi ai quali si potrebbe incorrere se il provvedimento fosse approvato.

Il Decreto Sviluppo presentato lo scorso ottobre – spiega il presidente di aSsoarpa Giorgio Assennato – contiene, fra gli altri, un articolo dedicato ai limiti sui campi elettromagnetici. L’art. 12, infatti, introduce modifiche al DPCM 08/07/2003 (Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz) prevedendo l’applicazione dei valori di attenzione di cui all’art. 4, comma 2 del DPCM suddetto esclusivamente all’interno degli edifici escludendone di conseguenza l’applicabilità su tutte le aree di pertinenza esterna delle abitazioni private quali balconi, terrazzi, giardini, cortili”.

Tale disposizione –aggiunge –  consente valori di campo elettromagnetico superiori ai suddetti valori di attenzione in aree dove la popolazione può sostare più di quattro ore al giorno”.

Il presidente di AssoArpa  spiega che una seconda modifica riguarda gli obiettivi di qualità, numericamente uguali ai valori di attenzione, che devono essere valutati come media statistica giornaliera a differenza della normativa attuale che prevede che i valori si riferiscano a una misura di sei minuti effettuata in condizione di massima potenza; essendo questa di notte notevolmente ridotta, “di fatto la nuova disposizione permette che la popolazione nelle ore diurne possa essere esposta a valori di campo di gran lunga superiori a quelli consentiti dalla attuale normativa”.

Infine, il prof. Assennato mostra disappunto nel constatare che la norma, inoltre, è stata introdotta senza tenere in alcuna considerazione il parere degli organi tecnici quali ISPRA e tutto il sistema nazionale delle agenzie per la protezione ambientale “sulle quali finirà col ricadere il gravoso compito di arginare le inevitabili proteste dei cittadini”. “Infatti – conclude – da un lato la percezione soggettiva del rischio cancerogeno nella popolazione è ancora elevatissima, dall’altro recentemente l’uso dei telefoni cellulari è stato classificato come possibilmente cancerogeno nell’uomo da parte della IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), cosa che certo non legittima una decisione politica basata unicamente sulla tutela degli ingenti interessi economici in gioco, senza nessuna evidenza dell’insostenibilità tecnologica o economica degli attuali valori limite”.

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