Bolletta elettrica, così cambierà dal 2016. La riforma e chi ci guadagna

Redazione 28/07/15
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Bolletta elettrica, rivoluzione in arrivo. Nelle giornate di mezza estate, si sa, i colpi di calore possono dare molto fastidio, ma se qualche scompenso arriva nei corridoi del Parlamento, allora per i contribuenti italiani possono essere dolori (da scontare in inverno).

Questa volta, a finire nell’occhio del ciclone dei partiti, è la bolletta dell’elettricità, già nei mesi scorsi fortemente indiziata di una rivisitazione globale, poi sfumata e, oggi, scopriamo forse soltanto rinviata.

Inizialmente, l’ipotesi era di quelle destinate a far discutere: legare il computo del consumo dell’energia elettrica al pagamento annuo del canone Rai. Un’idea che, già sul nascere, aveva sollevato un vespaio incredibile, convincendo i promotori a fare un immediato dietrofront per non rischiare di compromettere l’arrivo in porto delle altre riforme.

Ora, passati alcuni mesi e molta acqua sotto i ponti, con il governo che ha tutta l’aria di dare una sterzata – vedi l’uscita di Renzi sull’Imu – si torna a parlare di modifica della bolletta elettrica.

Questa volta, a quanto pare, il canone non c’entra nulla, tanto è vero che in queste ore si sta discutendo della riforma Rai in Senato. Ma il rendiconto mensile dei consumi elettrici che puntuale raggiunge tutte le famiglie italiane, potrebbe subire a breve una ridefinizione da capo a piedi.

 

Come sarà la nuova bolletta elettrica

Tra le tante autorità di cui si sente parlare molto poco, figura l’Aeegsi, che sorveglia il corretto svolgimento del mercato idrico, dell’energia elettrica e del gas.

In qualità di membro dell’Unione europea, il nostro Paese ha di recente recepito una direttiva che ha come obiettivo l’aumento dell’efficienza energetica in tutti gli Stati aderenti, un compito che in Italia è stato affidato proprio all’Authority su luce e gas. La finalità da raggiungere, sarà quella di mantenere i livelli di energia prodotta, riducendo però i consumi certificati nelle bollette.

Così, l’autorità starebbe pensando di intervenire su due voci in particolare che insieme pesano quasi per la metà del valore delle bollette italiane: oneri di sistema – cioè tutti gli asterischi che tanto fanno indignare i contribuenti, relativi al sostegno a impianti a energia pulita, o per la dismissione del nucleare – e servizi di rete, ossia la quota che il contribuente versa per essere raggiunto dalla rete elettrica nella propria abitazione.

Obiettivo dell’Aeegsi è quello di eliminare il principio della tariffa progressiva, quindi basata sul mero consumo, poiché allo stato attuale risulterebbe iniqua per i milioni di contribuenti che consumano più energia. Il punto medio è intorno ai 2mila e 700 chilowattora annui: chi è sopra l’asticella, vedrà il proprio onere ridursi, a scapito di chi consuma meno, che potrebbe spendere qualcosina in più.

In questo modo, quasi 30 milioni di bollette potrebbero essere interessate dalla riforma, con aumenti da 19 a 71 euro all’anno per 20 milioni di famiglie, contro simili riduzioni ma limitate ad “appena” 10 milioni di bollette. E più si consuma, più alto sarà lo sconto. A parere delle opposizioni, questo è il conto che viene presentato a chi, ad esempio, ha costruito un impianto fotovoltaico e secondo lo Stato consuma comunque di meno.

 

 

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