Come funziona? La risposta è semplice: chiunque acquisti un veicolo nuovo o usato non riceverà più il certificato in carta, bensì la sua versione digitale, conservata negli archivi informatici del Pra. Il proprietario avrà così a disposizione un codice di accesso con il quale poter visualizzare online il documento direttamente sul portale dell’Aci (www.aci.it).
In questo modo avanza il processo di digitalizzazione della pubblica Amministrazione, accolto con entusiasmo anche dal premier, Matteo Renzi, che durante il convegno ha rilanciato il tweet: «Dal 5 ottobre diventa digitale il certificato di proprietà dei veicoli: il Pra rilascerà il documento solo online #coseutili #avantitutta».
La certificazione digitale, oltre al risparmio in termini finanziari (ogni pratica permetterà di risparmiare 39 euro, di cui 32 euro di bolli, rispetto al costo di circa 100 euro del certificato cartaceo tradizionale) garantendo maggiore sicurezza contro le frodi e i furti (basti pensare che gli smarrimenti dei certificati di proprietà ogni anno superano i 300mila), dovrebbe assicurare anche un risparmio sotto il profilo della giustizia.
Lo stesso Ministro, Andrea Orlando, ha sottolineato come: “Avere in prospettiva la disponibilità di disporre online di tutti i documenti che riguardano il veicolo rappresenta per gli automobilisti una non piccola comodità e per l’amministrazione un risparmio e un recupero di efficienza, ma anche un elemento di certezza nella trattazione dei dati”.
Secondo Giorgio Brandi, direttore del Pra, l’iter completo prenderà avvio “a partire dal 19 ottobre nelle province di Roma, Chieti, Cosenza e Pordenone e si completerà entro il 30 aprile 2016”. La completezza dell’iter corrisponde alla “possibilità di digitalizzare la documentazione che serve per chiedere tutte le tipologie di formalità annotate al pubblico esercizio: immatricolazioni, iscrizioni trasferimenti di proprietà, di cui il certificato di proprietà è l’atto finale”, ha spiegato Brandi.
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