Attentato Washington: torna l’ombra del terrorismo negli Usa

Redazione 17/09/13
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Il “Navy Yard” è il vecchio arsenale della marina Usa a Washington, si trova nella zona sud-orientale della capitale ed essendo uno dei luoghi dell’esercito viene percepito come sicuro, eppure c’è stata una sparatoria che ha fatto almeno 13 morti. Questo è quanto ha dichiarato Vincent Gray, sindaco della città, ed ha anche aggiunto come non ci siano gli elementi per far pensare ad un attacco terroristico. Il killer è stato ucciso dagli agenti e la teoria di un secondo killer, un complice, sembra praticamente accantonata. “Non abbiamo indicazione che ci sia stato un secondo sparatore, anche se ancora non lo escludiamo del tutto”, ha detto il sindaco.

Il killer si chiamava Aaron Alexis, aveva 34 anni, era originario del Texas e lavorava per un’azienda impiegata in subappalto dalla Hp (Hewlett-Packard), l’impresa The Experts, “per aggiornare apparati di intranet service usati dalla Marina”. Era un veterano della marina congedato nel 2011 per alcuni episodi di “cattiva condotta”. Secondo il Washington Post, era stato decorato con la medaglia “Global War on Terrorism Service” e con la medaglia “National Defense Service”, due onorificenze piuttosto comuni. Gli inquirenti ritengono che si sia introdotto nella base di Navy Yard per mezzo di un badge di qualcun altro, ma non è chiaro se questo sia stato rubato.

Un funzionario del governo federale aveva rivelato precedentemente che l’aggressore ucciso era un dipendente della marina Usa. I testimoni invece hanno raccontato di aver visto Alexis sparare dal quarto piano di un edificio mirando alle persone che si trovavano in un bar al piano terra. Patricia Ward, un’impiegata del complesso, ha dichiarato che si trovava nel bar a fare colazione: “Si erano sentiti tre spari uno dopo l’altro. Tre secondi dopo si sono sentiti altri cinque spari e abbiamo semplicemente iniziato a correre”.

“Un atto di codardia che ha colpito militari e civili qui, in casa nostra”, ha commentato il presidente americano, Barack Obama, garantendo che sull’attacco sarà fatta tutta la chiarezza possibile. Il presidente Usa ha definito le vittime degli “americani coraggiosi” che erano consapevoli del rischio che si correva a prestare servizio oltremare, ma non si sarebbero aspettati “una violenza così inimmaginabile” in patria. La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente viene aggiornato frequentemente sugli sviluppi della situazione.

I primi colpi sono stati avvertiti alle 8,20 locali (le 14,20 in Italia). Una donna, Terry Durham, ha detto che stava fuggendo assieme ad collega quando ha visto un uomo che ha alzato un fucile contro di loro e ha sparato, colpendo il muro alle loro spalle. “Era alto e sembrava che avesse la pelle scura”, ha affermato. “Era un uomo di colore, alto”, ha aggiunto il suo collega, Todd Brundage, aggiungendo che il killer ha aperto il fuoco “senza dire una parola”.

La sicurezza intorno alla sede del Congresso americano è stata rafforzata. La polizia ha chiuso alcune strade di accesso all’area e ha confermato che la sicurezza in città è stata rafforzata. Anche una scuola elementare, nei pressi del Quartier generale della Marina, è stata chiusa. Bloccato e poi riaperto ai voli l’aeroporto Reagan. La «Navy Yard» è il più antico arsenale navale statunitense: al momento ospita diversi uffici amministrativi dove lavorano 3.000 persone.

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