Spending review 2012: Tagli alle scorte di 70 parlamentari, ma chi rischia di pagare è il cittadino

La scure della spending review si abbatte anche sulla famigerata “casta” ed i suoi privilegi, il ministero ha infatti reso noto che verrà intrapresa una politica di tagli secondo la quale il Viminale metterà a disposizione dei politici scortati solo il personale armato addetto alla sicurezza. Auto blu e autisti diventano così di competenza degli stessi parlamentari che devono provvedere a se stessi. Attualmente i senatori scortati sono 26 mentre i deputati della camera sono 44; di questi 70, però 20 sono ex-ministri e sottosegretaria del dimissionario governo Berlusconi, quindi parlamentari cui è decaduto il legittimo ruolo istituzionale e che stanno beneficiando di un privilegio che a loro non dovrebbe essere destinato. L’ex guardasigilli Angelino Alfano e l’ex ministro degli interni Roberto Maroni sono fra questa schiera di politici distratti nel dismettere i benefit di governo.

Va poi detto che 70 parlamentari da scortare costituiscono un dispendio di forze  e risorse economiche troppo cospicuo, alla luce anche, se non soprattutto, dei futuri tagli predisposti dal ministro dell’Interno Cancellieri che ha previsto entro il 2015 una riduzione di 7 mila posti nella polizia di Stato. Una diminuzione così consistente degli effettivi della Polizia non è conciliabile con esigenze così grandi di tutela dei parlamentari, quindi i due provvedimenti viaggiano di pari passo, e il secondo, la privazione di auto e autisti, altro non è che la naturale conseguenza del primo. In base a questo provvedimento di revisione della spesa entrano in gioco Camera e Senato a cui il Viminale ha chiesto di mettere a disposizione auto e autisti per chi necessita di essere scortato, sottovalutando, però, la realtà dei fatti.

E’ stata, infatti, puntuale e rapida la risposta di Gianfranco Fini, presidente della camera, che ha ammesso candidamente come alla Camera siano rimaste solo 5 auto con annesse i loro autisti, 3 delle quali già inevitabilmente destinate alla Presidenza, all’Antimafia e al Copasir. Per i restanti 39 deputati dovrebbero provvedere i rispettivi gruppi politici anche se qua sorge un problema difficilmente sormontabile, le casse dei partiti boccheggiano, per non dire che sono vuote. A tal proposito si è espresso Emanule Fiano, responsabile della sicurezza per il Pd ” E’ sacrosanto che in tempi di razionalizzazione della spesa pubblica, il Viminale, che ha sopportato negli ultimi anni ingenti riduzioni di risorse (tagli per 2 miliardi e 400 milioni), chieda aiuto ad altre amministrazioni”.

Se l’intento del Viminale è quindi condiviso e lodevole incontra però la durezza dei fatti per cui il Pd, come qualsiasi altro partito politico, nelle proprie casse non ha finanziamenti adeguati a sostenere questa spesa, anche perché le voci che vengono privilegiate per i finanziamenti sono solitamente altre; pubblicazioni, ricerche, stipendi per il personale del gruppo. Se dovesse essere verificata da parte della prefettura l’impossibilità per motivi oggettivi da parte di Camera e Senato di garantire la scorta ai parlmentari toccherà nuovamente al Viminale garantirla e il modo secondo cui ciò è possibile è solo uno: la contribuzione dei cittadini.

Come diceva Nino Manfredi in Cafè Express “il fatto è che i calci sono sempre diversi, ma il culo è sempre il mio“.

Alessandro Camillini

Laureato in filologia moderna approdo all’editoria per la porta di servizio ma con la consapevolezza di avere una chance importante. Sono laureato anche in storia contemporanea e sono un pallavolista a tempo perso ma in generale qualsiasi sport in cui ci sia una palla da inseguir…Continua a leggere

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