Rette universitarie, in aumento in Italia: le famiglie italiane richiedono i prestiti

Redazione 28/02/22
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Rispetto al passato gli iscritti alle università sono molti di più. Nonostante questo aumento, però, per alcuni studenti il costo delle rette risulta un ostacolo per l’iscrizione, e questo spesso porta alla richiesta di un prestito per coprire le spese universitarie.

Vediamo quindi di approfondire questo tema, di studiare i dati di settore e fare un confronto fra Italia ed estero.

 

Per l’università oggi si richiedono soprattutto prestiti

Oggi l’istruzione ha un costo più che mai alto. Lo sanno bene le famiglie che richiedono un prestito per poter consentire ai figli di acquisire competenze e titoli necessari per inserirsi nel mondo del lavoro. Stando ad una recente indagine, si parla di oltre 7 miliardi di euro di debiti contratti dagli italiani per pagare le rette universitarie. Un altro dato interessante è il seguente: sono quasi 900 mila le famiglie che hanno scelto questa strada per finanziare gli studi universitari dei propri figli, con una richiesta di prestito media vicina agli 8 mila euro.

Per non parlare poi dei costi “indiretti” che le famiglie affrontano in altri casi, come quando i figli vanno a studiare fuori sede: qui intervengono altre voci di spesa, come l’affitto di una casa, gli abbonamenti ai mezzi pubblici e molto altro ancora. Anche per questo motivo, è importante analizzare le opzioni a propria disposizione e scegliere quella più conveniente. Attualmente è infatti possibile informarsi su alcune piattaforme online e trovare i migliori prestiti su Prestiti.it, ad esempio.

Per concludere il discorso sui costi, bisogna aggiungere anche le spese corrisposte per l’acquisto del materiale didattico universitario, di certo non economiche. Nel prossimo paragrafo, invece, vedremo insieme un confronto tra l’Italia e l’estero, in merito alle tasse universitarie.

Tasse universitarie: un confronto tra Italia ed estero

La Penisola è una delle più care in assoluto, per quel che riguarda le tasse universitarie, dato l’aumento registrato negli ultimi anni e corrispondente al 7% circa dal 2018. In media si spendono circa 1.600 euro annui per una laurea triennale, mentre per la magistrale si possono addirittura superare i 3.000 euro. Naturalmente gli importi variano in base all’ISEE familiare, con le famiglie economicamente svantaggiate che possono contare su importanti riduzioni in termini di tasse, partendo da un minimo di 200 euro annui.

Va detto che l’Italia figura in alto nella classifica dei costi delle rette universitarie, ma non è la prima. Il gradino più elevato del podio spetta infatti al Regno Unito e alla Norvegia. Dopo paesi come l’Italia, la Spagna e l’Olanda ci sono la Francia, il Portogallo, l’Austria e il Belgio, che adottano un modello di tassazione diverso dai 2 schemi precedenti, arrivando ad una spesa massima per famiglia di circa 300 euro.

Il quarto modello (adottato ad esempio dalla Polonia) non supera i 75 euro annui, mentre il quinto modello prevede l’iscrizione gratuita alle università. Va anche specificato che il modello italiano (ma non è il solo) prevede un ulteriore aumento della tassazione se lo studente finisce fuori corso, il che ovviamente accresce le spese.

 

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